Compendio storico della Valle Mesolcina/Capitolo XI

Capitolo XI

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CAPITOLO XI.

(dal 539 al 570)

La Mesolcina come Contado passa sotto la Signoria dei Franchi; fissazione di tre parrocchie; cimiteri; sommersione di Drenola; privilegi dei Castellani; autorità dei Vescovi; amministrazione.





Nell’anno 539 la Mesolcina passò senza impedimento sotto la Signoria dei Franchi allorchè Teodoberto loro Re, prevalendosi delle congiunture di que’ tempi, discese in Italia alla testa di cento mila uomini per combattere i Goti ed ampliare i suoi confini. La valle venne subito al bel principio convertita in un Contado, che unitamente al restante della Rezia fu aggregato al Ducato d’Allemagna e Svevia, ricevendo per suo Amministratore un nipote di Silvio Nordman.

Verso la metà del sesto secolo si fabbricarono tre chiese, destinate per comodo della popolazione ad essere le parrocchie della Valle, cioè Santa Maria di Calanca, che per la sua posizione venne in seguito dedicata ad onore dell’Assunzione di Maria Vergine; Santa Maria di Mesocco, chiamata poi Madonna del castello; ed il [p. 54 modifica]Tempietto, ora Santa Croce esistente nella campagna di San Vittore. Queste tre chiese state erette nei primi tempi della cristianità, furono poi riedificate, però sempre sulle istesse loro prime situazioni. I Ministri del culto e loro coadjutori vennero da quell’epoca sempre mantenuti a spese delle due Valli sino alla formazione del Capitolo.

Prima dell’erezione delle tre accennate parrocchie, era costume di seppellire i morti isolatamente, e di preferenza nelle migliori terre che loro erano appartenute; da quell’epoca in avanti si adottò poi un cimitero per ogni parrocchia alla quale era contiguo, ed ove indistintamente venivano deposti i defunti.

Dopo una debole pioggia d’alcuni giorni, caduta nell’anno 562, le alte piramidi che in quei tempi erano rinomate e rimarchevoli per la loro costruzione, chiamate unitamente Vedrua, nome che porta oggigiorno tutta la costa esistente fra la Valle di Drenola e quella di Lostallo, si staccarono improvvisamente, e sotterrarono il paese di Drenola con tutti i suoi abitanti in numero di circa cento persone, non restando salvi che quei pochi, i quali si trovavano in quella terribile notte assenti dalle loro case, e che andarono poi ad abitare a Sartens, luogo sulla sinistra della Moesa, ove essi possedevano la mag[p. 55 modifica]gior parte dei loro beni, ed ove esistevano di già poche case, che compongono presentemente quel piccol paese detto Sorte.

Nei trent’anni circa che la Mesolcina si trovò sotto i Franchi, i proprietari del castello di Mesocco ricevettero il titolo di Conti della Mesolcina, i quali unitamente agli altri Castellani della Rezia vennero nuovamente in possesso del diritto d’essere consultati per la scelta del nuovo Vescovo di Coira, allorchè tal carica veniva vacante, privilegio che fu loro conferto già verso la metà del quarto secolo da Costanzo figlio di Costantino, durante la breve dimora che quell’Imperatore aveva fatta con la sua corte nei due vicini castelli chiamati l’uno Spinola l’altro Marziola1; ma che dopo gli avvenuti cambiamenti politici, tal privilegio fu messo in dimenticanza, poichè i Re che successivamente comandarono nella Rezia, spontaneamente ed indipendentemente nominavano i Vescovi, i quali in quei primi secoli della cristianità non avevano altre autorità, che in cose ecclesiastiche; più tardi poi, sia per eredità, per investiture, o per donazioni, essi vennero al possesso d’ampio potere anche in cose temporali, di maniera [p. 56 modifica]che per lungo tempo i Vescovi di Coira furono dell’istesso tempo Presidi, ossia Governatori assoluti della Rezia.

Sotto la Signoria dei Franchi la Mesolcina veniva amministrata circa nell’istessa maniera come lo era sotto l’antecedente Governo gotico.

  1. Di quei due antichi castelli si è solo conservata l’oscura torre Marziola, la quale presentemente fa parte del Vescovado di Coira.