XLII. — La Solitaria

../XLI ../XLIII IncludiIntestazione 31 maggio 2022 75% Da definire

XLI XLIII

[p. 238 modifica]

CAPITOLO XLII.

LA SOLITARIA.

Nell’Arcipelago italiano, che comincia al mezzogiorno colla Sicilia, e termina a tramontana colla Corsica, trovasi un’isola quasi deserta. — Composta di puro granito — le sue sorgenti d’acqua dolce sono stupende — benchè non sieno in estate abbondanti. — L’isola è ricca di vegetazione — non d* alto fusto — non concedendolo le bufere, che la spazzain via senza misericordia. Il guaio dei venti quasi continui e troppo forti vi produce il beneficio della salubrità dell’aria. — I cespugli surti nell’interstizio de’ massi, sono tutti aromatici — e se ospite su questa terra deserta — tu accendi il fuoco — senti la fragranza dei rami bruciati imbalsamare l’aria.

Il poco bestiame che pascola, vagando per i dirupi, è basso di statura, ma robustissimo. — Così i pochi suoi abitatori, i quali vivono non splendidamente — ma in un’abbondante agiatezza — coi prodotti della pesca e della [p. 239 modifica] caccia — un po’ coll’agricoltura — e molto mercè la generosa provvidenza d’amici che dal continente inviano il necessario.

Il numero ristretto degli abitanti rende superflui Governo e Polizia: — l’assenza dei preti è la maggior benedizione dell’isola. — Dio vi si adora come si deve, col culto dell’anima — senza sfarzo — nel grandioso tempio della natura — che ha il cielo per vôlta e gli astri per luminari. —

Il capo della famiglia, che primeggia in quell’isola, è un uomo come gli altri, — colle sue fortune e i suoi malanni. — Ebbe la sorte di servire qualche volta la causa dei popoli servi — come qualunque mortale, ha la sua dose di difetti. — Cosmopolita, egli ama però svisceratamente il suo paese — l’Italia, — e Roma, con idolatria. — Odia i preti, come istituzione menzognera e nociva, — ma il giorno in cui spoglino il lor carattere, malignamente buffone — e tornino uomini, egli è pronto ad accoglierli e perdonare i loro errori passati. — Professa idee di tolleranza universale — e vi si uniforma — ma i preti, come preti non li accetta — perchè egli non intende sieno tollerati malfattori — ladri ed assassini — e considera i preti quali assassini dell’anima — peggiori degli altri. [p. 240 modifica]

Egli ha passato la sua vita colla speranza di vedere nobilitata la plebe — e ne ha propugnato dovunque i diritti — e sempre. — Ma con rammarico confessa pure che egli è rimasto in parte deluso — poichè il plebeo innalzato dalla fortuna a più alto stato, ha patteggiato col dispotismo ed è diventato peggiore forse del patrizio. —

Per questo non dispera del miglioramento umano — si duole soltanto di vederlo progredire lentamente. —

Per lui, i peggiori nemici della libertà dei popoli, sono i dottrinari democratici o repubblicani, che hanno predicato e predicano le rivoluzioni per mestiere e per avanzamento proprio — e ritiene sien stati loro che hanno rovinato tutte le Repubbliche — non solo — ma screditato il sistema e il nome repubblicano. — Cita ad esempio le grandi e gloriose Repubbliche Francesi — quella dell’ottantanove particolarmente, la cui memoria s’adopera dal despotismo come spauracchio contro coloro che predicano la bontà e l’eccellenza di una tal forma di reggimento.

Quanto a lui, crede che Repubblica sia: «il governo della gente onesta» — e lo prova: accennando alla caduta delle Repubbliche — quando i cittadini sprofondandosi nel vizio, [p. 241 modifica] hanno cessato di esser virtuosi. — Non crede però alla durata del governo Repubblicano composto da cinquecento individui. —

Egli è d’avviso che la libertà d’un popolo consista nella facoltà di eleggersi il proprio governo — e questo governo, secondo lui. dev’essere dittatoriale — cioè d’un uomo solo. — A questa Istituzione dovette la propria grandezza il più grande dei popoli della terra. —

Sventura però a chi in luogo di un Cincinnato elegge un Cesare! —

Vuole poi limitata a tempo determinato la Dittatura — e solo in un caso straordinario, come quello di Lincoln nell’ultima guerra degli Stati Uniti — consentirebbe la proroga. In nessun caso accorderebbe — ereditario il potere. —

Egli però non è esclusivo: pensa che il sistema del Governo veramente voluto dalla maggioranza della Nazione — qualunque esso sia — equivalga alla Repubblica — com’avviene per esempio, del Governo Inglese. —

Giudica il sistema presente Europeo un bordello — e i Governi tutti colpevoli dello scandalo — perchè tutti, anzi che cercare la prosperità dei popoli — non fanno altro che assicurarsi nella loro posizione di despotismo [p. 242 modifica] mascherato od aperto. — Di qua gl’immensi eserciti stanziali di truppe — d’impiegati — e di birri — che divorano la produzione del paese senza faticare, con rinascente appetito e senza produrre altro frutto che — corruzione. —

E la parte più improduttiva e prava della Nazione non si contenta di consumar per uno — co’ suoi vizi, le sue lussurie ed il suo sfarzo, — ciascuno vuol consumare per cinquanta.

Così la parte laboriosa del popolo è caricata d’imposte e priva della migliore gioventù che si strappa dai campi e dagli opifizi per l’esercito — col pretesto della difesa della patria, ma in realtà — per sostenere un sistema di Governo mostruoso. — Le campagne abbandonate e sterili e le popolazioni malcontente ed immiserite ne sono il finale risaltato.

Prova che l’Europa è scelleratamente governata, si è pure lo stato di guerra quasi continuo in cui essa si trova sotto uno od altro pretesto. — Colpa e vergogna questa — poichè se i popoli fossero ben governati — non avrebbero bisogno di uccidersi reciprocamente per intendersi.

Date un’Unione europea delle nazioni — con un rappresentante per ciascuna — e uno [p. 243 modifica]statuto fondamentale il cui primo articolo suoni; «La guerra è impossibile» ed il secondo: «Ogni lite fra le Nazioni sarà liquidata dal Congresso» — ecco veramente la guerra — flagello e vergogna umana — divenuta impossibile. — Allora non più eserciti permanenti — ed i figli del popolo che si guidavano al macello, coi boriosi nomi di patriottismo e di gloria — resi alle loro famiglie ed ai campi, che fecondati col lor sudore, contribuirebbero davvero a migliorare la condizione generale delle nazioni.

Ecco quali sono le credenze del solitario? e confesso anche la mia. —

Quest’isola era il luogo di rifugio, che Giulia avea scelto — d’accordo con Manlio — per i fuggitivi suoi amici. — Ma poichè erano rimaste Clelia e Silvia senza poter raggiungere lo Yacht — essa avea modificata tale decisione a questo modo: — si visiterebbe cioè l’isoletta per prendervi parere — ma si tornerebbe sul continente per aver notizia del resto della famiglia. —