LV. — Il Governo riparatore

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LV. — Il Governo riparatore
LIV LVI

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CAPITOLO LV.

IL GOVERNO RIPARATORE.

Quando si pensa all’unificazione di questa nostra Italia — ed a coloro che l’ebbero a reggere — sulla spinosa via che ella percorse, e che percorre ancora — non si può a meno d’inchinarsi davanti ai decreti della provvidenza che veramente volle ajutarla fino a costituirsi in nazione.

Io sovente, meditando sulla sorte di questa bella, grande ed infelice nostra patria — nell’immaginazione mia — me l’ho figurata: un carro tirato avanti a stento dalla parte generosa del popolo — cui è unica meta il bene generale — e che segue la sua stella provvidenziale — come faro salvatore. — Poi addietro attaccata immaginai la turba malvagia de’ reggitori — coll’immensa coda de’ loro satelliti — scapigliati e spossati — ma pure disperatamente intesi a far forza per trascinare indietro il veicolo dello stato — anche a rischio d’infrangerlo. — Il popolo — [p. 330 modifica] impoverito, umiliato da quella ciurmaglia — grassa e nuotante nel vizio — si ferma pacato, tranquillo — nelle sue miserie — sgombra volonteroso gli ostacoli accumulati sulla sua via di redenzione — e procede — e procede ingenuamente fiducioso in un avvenire di riparazione.

Riparazione!? e da chi verrà la riparazione ì Povero popolo! dai restauratori del clericume, del gesuitismo, dell’impostura, ricondotti nel tuo seno, a spese delle tue sostanze — per mantenerti nell’ignoranza e nella miseria? —

Ài molti mezzi di corruzione impiegati dai potenti per tener in servaggio le popolazioni — si aggiunge oggi il più scellerato, quello della setta nera — moltiforme, ricca — sostenuta dalla forza della nazione in mani infami. — E questa è la riparazione che tu aspettavi — popolo infelice! paria! — ilota delle nazioni! —

Riparazione!? Da chi riparazione? da chi s’inginocchia ogni giorno — ogni ora — a piedi del sacerdozio della menzogna?

Intanto uno degli agenti di cotesto sacerdozio — camminava a capo basso — attanagliato nei polsi da Orazio e da Attilio — mentre Muzio apriva la via — non facile ad [p. 331 modifica] aprirsi — in mezzo a quella moltitudine. — Finalmente giunsero i quattro in un’osteria situata in una viuzza che metteva nella Riva degli Schiavoni.