Che speri instabil Dea, di sassi e spine (1833)
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Pietro Metastasio
I
Che speri instabil Dea, di sassi e spine
Ingombrando a’ miei passi ogni sentiero?
Ch’io tremi forse a un guardo tuo severo?
Ch’io sudi forse a imprigionarti il crine?
5Serba queste minacce a le meschine
Alme soggette al tuo fallace impero:
Ch’io saprei, se cadesse il mondo intero,
Intrepido aspettar le sue rovine.
Non son nuove per me queste contese;
10Pugnammo, il sai, gran tempo; più valente
Con agitarmi il suo furor mi rese.
Che da la ruota e dal martel cadente
Mentre soffre l’acciar colpi ed offese,
E più fino diventa e più lucente.