Catullo e Lesbia/Annotazioni/23. A Rufo - LXXVII Ad Rufum

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LXXVII.


Pag. 214.          Frustra? imo magno cum pretio atque malo.

Invano? Che! L’averti creduto amico mi è costato molto dolore, dacchè ho sperimentato la tua [p. 310 modifica]perfidia; ho conosciuta la tua falsità a mie proprie spese; non sine magna mercede, come disse Cicerone. Pretium, al pari di merces, è usato in buona e in mala parte, in senso di premio e di castigo; come si rileva chiaramente da quei versi di Virgilio:

Ausus Pelidæ pretium sibi poscere currus.
Illum Tydides adio pro talibus ausis
Affecit pretio.