Catullo e Lesbia/Annotazioni/23. A Rufo - LXXVII Ad Rufum
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Mario Rapisardi - Catullo e Lesbia (1875)
Annotazioni - 23. A Rufo - LXXVII Ad Rufum
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LXXVII.
Invano? Che! L’averti creduto amico mi è costato molto dolore, dacchè ho sperimentato la tua perfidia; ho conosciuta la tua falsità a mie proprie spese; non sine magna mercede, come disse Cicerone. Pretium, al pari di merces, è usato in buona e in mala parte, in senso di premio e di castigo; come si rileva chiaramente da quei versi di Virgilio:
Ausus Pelidæ pretium sibi poscere currus. |