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annotazioni. | 309 |
e a quell’altro:
Inrita ventosæ linquens promissa procellæ, |
che Ovidio riprodusse:
Inrita ventosæ rapiebant cuncta procellæ, |
e l’Ariosto imitò:
I giuramenti e le promesse vanno |
E Virgilio:
At sperate Deos memores fandi atque nefandi. |
La fede, che, come dice Cicerone, è il fondamento della giustizia, fu Dea venerata dai Romani, e presedeva al mantenimento della parola e delle promesse. Populus romanus, scrive Aulo Gellio, e parva origine ad tantæ amplitudinis instar emicuit: sed omnium maxime atque precipue Fidem coluit, sanctamque habuit tam privatim quam publice.
LXXVII.
Invano? Che! L’averti creduto amico mi è costato molto dolore, dacchè ho sperimentato la tua per-