Canti (Aleardi)/Le Inondazioni
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LE INONDAZIONI.
cantica.
La Fata dell’aria.
Regina dell’aria,
Dei nembi signora,
Dai ghiacci perpetui,
Mia eterna dimora,
Impero le nuvole,
Oscuro le stelle,
Invio le procelle
Sul torbido mar.
Recinta dall’iridi
Di cento cascate,
Torrenti precipito
Su borghi e vallate.
Assalgo coi turbini
Le improvvide navi,
Ne schianto le travi,
Le spingo a perir.
Raccolgo, nell’intime
Caverne dei monti,
Dei fiumi, dei rivoli
Le vergini fonti.
E a un cenno dell’Arbitro
Supremo del mondo,
Le spando, ed inondo
Campagne e città.
Primo Coro di Donne.
Cresce dei fiume rapida l’onda,
Batte, flagella, rode la sponda;
Galleggian zaini, galleggian canne,
Reliquie infauste delle capanne....
Passa una culla!... ahi! ahi! travolto
Forse un fanciullo giace sepolto
Fra i gorghi infami dell’acque ladre,
Povera madre! Povera madre!
Secondo Coro di Donne.
Gemon per l’aura tocchi di squille
Dalle vicine tremanti ville;
Pallide accorrono dalla pianura
Turbe presaghe della sventura.
Vola sul colmo delle correnti
Un affannoso suon di lamenti;
E pien di lagrime, pieno di lutto,
Sempre si eleva, si eleva il flutto.
Primo e Secondo Coro.
La ripa ondeggia, traballa il suolo,
Fuggiamo a volo, fuggiamo a volo!
Primo Coro.
Rotti gli argini, giù si scatena
La fiumana che spuma, che mugge:
Tutto copre di livida rena,
Tutto annega, trascina, distrugge:
Scrolla i muri alle case già vuote,
Nelle chiese gli altari percuote,
Bagna i morti nel tacito avel.
Secondo Coro.
La pianura di mèssi feconda
È mutata in immensa laguna,
D’onde emerge qualche ultima fronda,
Dove specchiansi i rai della luna.
Meglio il rugghio di orrenda tempesta,
Che la calma funerea di questa
Solitudine d’acque e di ciel.
Preghiera.
Vergine santa, madre dei dolori,
Tu che al sole comandi e alla bufera,
Abbi pietà di questi mille cuori
Che innalzano al tuo cuore una preghiera.
Misericordia, o Vergine Maria,
D’una gente ridotta all’agonia.
Coro finale.
E la Vergine ecco appar,
Luminoso il volto e mesta,
Quale in mezzo alla tempesta
Una stella sovra il mar.
E commossa di pietà,
Di que’ popoli a ristoro
Apre lor le porte d’oro
Dell’ardente carità.
Nota. — Questa Cantica, scritta in occasione di una delle recenti alluvioni del Po, fece in quei momenti luttuosi il giro dei giornali.
Affinchè non vada dimenticata, l’aggiungiamo a questa sesta edizione de’ Canti.
Fine.