Caccia e Rime (Boccaccio)/Appendice/20
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20. Per certo, quando il ciel con lieto aspetto
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Per certo, quando il ciel con lieto aspetto
Riguarda qua1 nella stagion novella2,
Nulla contrada à ’l mondo così bella
Né dove più si prenda di diletto.
Quivi Amor regna sanz’alcun sospetto,5
O ’l ciel che [’l] faccia [o] singulare stella3;
Venere credo poi venisse in quella,
Del mare uscendo, come in luogo eletto4.
Quivi le piagge la marina i prati
Son pien di donne e di leggiadri amanti,10
E ciò che piace par vi si conceda.
Quivi son feste e dilettosi canti;
Quivi si mettono amorosi aguati,
Né mai sanza gioir si leva preda5.
Note
- ↑ A Baia: cfr. v. 9.
- ↑ Nel nuovo tempo, com’è detto nel son. precedente, v. 8.
- ↑ «Produca quest’effetto il cielo o l’influsso di una stella particolare.»
- ↑ Per la potenza di Venere a Baia, cfr. LXV, 9-11.
- ↑ È una descrizione che fa degno riscontro al son. LXV ricordato nella n. precedente: ma v’è in meno quell’accento di accorata gelosia, d’incoercibile preoccupazione, il quale rende tanto più drammatica l’altra poesia. Cfr. anche p. 97, n. 6.