Busto Arsizio - Notizie storico statistiche/Parte I/XIII
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XIII.
Nuovi aggravi e casi di morbo — Solenne celebrazione della festa dell'Assunta
— Prospetto numerico delle vittime della peste.
„ L'anno 1631 nel mese di maggio cascò la manna1 in tanta abondanza, la quale dove toccò le piante de'moroni, le foglie si seccarono di maniera, che parevano abbruciate dal fuoco, e crodavano (cascavano) come se fosse stato di S. Martino; anzi le piante stesse restarono tutte secche ed abbruciate, che non furono più buone di fare delle foglie, si che fu di necessità stirparle, e darle al fuoco, e difficilmente bruciavano nel fuoco senza far fiamma, cosa di molta meraviglia invero.
„ Al principio di luglio dell'anno 1631 fu dato fuori una taglia ai particolari di pagare in Communità lire trecentosessantasei per soldo di estimo, e marito e moglie, così nudi senza figliuoli, facevano un soldo di estimo, che, a memoria di uomini, mai più fu sentito a dire di un simil fatto, da che Busto è stato fabricato. Il che accorò talmente le persone, che molte fugirono per disperazione, e sono andate disperse, ed in ultima ruina. Erano talmente atterrite, che non avevano fiato da respirare più, come morti, ed andavano a torno come tante fantasme, e questo fu per l'eguaglianza dei soldati Imperiali, là dove li estimi principali avanzavano dalli alloggiamenti chi tre mille e quattro mille lire, chi trecento e quattrocento scudi, perchè si faceva buono lire otto, soldi quindici ogni giorno per soldato co'l servitore e cavallo; e però andavan di mezzo solamente quelle persone di due o tre soldi d'estimo in giù, e la poveraglia, i quali non avevano potuto alloggiare, se bene avevano contribuito, chi venti soldi, chi trenta, chi cinquanta, chi ottanta, chi cento ogni giorno, perchè se gli faceva buono solamente il solo denaro pagato, e niente più, di modo che il tutto era in danno de'poveri e di chi aveva contribuito con denari.
„ Io aveva 19 pertiche di terra arativa, ed una stanza, senza aggravio di estimo delle bocche, perchè io era solo. Con tutto ciò mi bisognò l'anno 1631 pagare lire 564 di gravezze in Communità, perchè si pagavano lire 20 la pertica del terreno arativo, cosa veramente incredibile, se bene in fatto sia la verità tale, e più ancora di quello si può raccontare e scrivere. — Ora poi per la morte di tante persone seguita per il contagio, si mutò la natura del tempo intorno al vivere in modo tale, che della mistura non si poteva vendere più di un zecchino il moggio, e per la penuria delle persone che cultivavano le terre, le campagne andavano mezze inculte, ma molto più particolarmente li terreni della chiesa, e luoghi pii, e quello che altre volte si affittava due staja la pertica, bisognava avere di somma grazia che fosse, lavorato per un stajo con molta difficultà ancora; le mercanzie avevano ogni sorte di buono ricapito per i lavoranti, quanto per i mercanti, e per questa cagione i poveri non si curavano di cultivare la terra, in tanto che da un'estremità indicibile si è cascato in un'altra incredibile, per il vero castigo dell’uomo e giusti giudizj di Dio.
„ Nel mese di agosto del 1631 sopragiunsero alcuni casi di contagio nella nostra terra, nel tempo che il signor Alfonso Besozzo era deputato e delegato dal Tribunale della Sanità di Milano per i bisogni di cotesto borgo, il quale diede licenza ad un certo non so chi di andare alla Castellanza per monatto a purgare la Castellanza, la quale era infetta, con questa condizione però, che esso non venisse a Busto nel tempo che attendeva a fare le purghe, ma questo monatto senza vergogna e senza coscienza veniva di notte, e portava delle robe dalla Castellanza, di modo che ammorbò una sua fantesca; e così a poco a poco il mese di agosto il contagio ripigliò gran possanza e dominio, in modo tale ché alla fine del mese si trovarono infette incirca a trenta casate, quasi alla sprovista, perchè le persone, non pensando più oltre, contrattavano insieme alla libera senz'alcuno sospetto, dove ne moriva talvolta tre e quattro ogni giorno; e si accese in maniera il fuoco della peste, che furono sospese le bollette della sanità, e levati i traffici e le mercanzie con che si ajutavano tutti per vivere, e pagare i soldati, che allora si trovavano costì per alloggiamento.
„ Questo buono monatto fu di tanto poca vergogna e coscienza, che per essere stato monatto sopra le purghe dei panni e delle case infette, che nel tempo che egli ha esercito questo officio, ha maliziosamente e scientemente ammazzato col contagio delle persone trecento, e per questa cagione fu processato contro di lui, mentre si trovava nei paesi di Alessandria per purgatore, se bene estinto che fu il contagio ritornò a casa libero senz'alcuno castigo nè in la roba, nè in la persona. Il giorno di S. Bartolomeo al 24 di agosto, che fu in domenica, si cominciò fare la ritirata per fare una mezza quarantena, acciò si potessero conoscere le case brutte dalle nette, e si teneva l'istess'ordine come prima, di già da me descritto, di celebrare ne'carrobbi in giorno di festa per dare commodità al popolo di sentir messa, stando tutti di casata in casata ritirati a'suoi posti, come si faceva l'anno del 1630; se bene non per questo fu sospesa la terra, ne privata di andare altrove con la bolletta della sanità, la quale era riservata al libito e piacere del signor capitano Ferrario di dare licenza a chi giudicasse non esser sospetto, ne infetto, e questo durò per poco tempo. Fu sospesa solamente la mercanzia delle bambagine, dubitandosi che da quell'esercizio ne potesse nascere, derivare, o mantenersi il contagio, il che fu fatto con grande maturità e prudenza, quantunque questo fosse di danno notabilissimo ed incredibile in poco tempo all'università, e molto più particolarmente alla vicinanza e poveraglia. Fra tutte le cose che mi fanno stupire e maravigliare, una è che per il castigo del contagio mandato da Dio, e per la rinovazione della peste, l'uomo aveva talmente perso il cervello e buttato dopo le spalle il castigo e timore di Dio, che aveva perso il rispetto umano, la vergogna ed il rossore, come se fosse stato un animale irragionevole, e si viveva a libertà di matti, come se non vi fosse stato nè Dio, nè santi, nè paradiso, nè inferno, e come se mai vi fosse stata alcuna sorte di legge al mondo, ma, come tanti Epicurei, dicevano: Mangiamo, beviamo, perchè dimani moriremo, nè altra antifona si sentiva dalla bocca delle persone, et omnia erant communia, chi ne poteva pigliare, ne pigliasse. — Al 25 di agosto parimente fu ordinato da'signori della nostra Congregazione della Sanità di cotesto borgo, che qualsioglia persona si ammalasse di contagio, o di febre, o di dolore di capo, o vero di qualsivoglia altra indisposizione corporale, subito fossero obligati quelli di casa andare a manifestare l'ammalato al signor capitano Ferrario tenente del signor Alfonso Besozzo delegato, sotto pena di scudi 50, ed altre pene arbitrarie alla Congregazione, ed in caso inabilità, di tre squassi di corda e prigionia. — Erano poi visitati da chirurgi molto periti, tanto nel contagio quanto ancora in chirurgia, quali allora si ritrovavano in questo borgo, fra quali uno singolarmente era molto eccellente il signor Alfonso Banfo, nostro organista, giovine di anni 35 in circa, molto intelligente e spiritoso in questo suo officio; e così trovandosi ammalati, si facevano stare in casa ritirati per alcuni giorni dal commercio degli altri, fin tanto si vedesse in progresso di tempo la sanità o l'infirmità, e di che qualità fosse il male, ed a questo modo si divertiva l'occasione dei pericoli, sospetti, di infettare li altri con la conversazione. Nel castigare i delinquenti e contrafacienti a'detti ordini, si andava con severo rigore e giustizia inesorabile per mettere terrore agli altri di non trasgredire le leggi publicate, ed a nessuno si perdonava nè in la persona, nè in la roba; e quantunque fosse contro le leggi ordinarie il dare la corda alle donne, nondimeno per dare ammaestramento al popolo ed atterrire la plebaglia, molte delle donne sono state crollate in publica piazza; e per meglio eseguire l'ordine dato contro i trasgressori, si mantenevano quattro censori, o vero esploratori, uno per contrada, a'quali se gli prestava vera fede senza replica alcuna.
„ Al 7 di dicembre del suddetto anno 1631, in giorno di Santo Ambrogio nostro Pastore, che fu in domenica, si cominciò a contrattare alla libera, e frequentare i divini officj nella chiesa, le dottrine cristiane conforme il solito, e fu restituita la libertà del mercato per li trafichi e mercanzie generalmente per tutti i concorrenti.„
Il popolo di Busto, ricordevole ancora del beneficio della cessazione del contagio che ascriveva in modo speciale alla Beata Vergine, risolse nel giorno dell'Assunta del 1632 di festeggiare con pompa straordinaria l'incoronazione di essa nella chiesa di Santa Maria di Piazza, a cui furono presenti, tra li altri signori, i Borromei feudatarii di Arona ed Angera. E perchè la chiesa non poteva contenere che sola una parte del popolo, fu stabilito di erigere (così il Cronista) “un gran teatro in forma di chiesa sopra la piazza là dove altre volte capiva tutta la piscina, per quanto era capace l'istessa fabrica della Madonna, e dirimpetto alla chiesa delle nostre monache sin alla piazza della beccaria con una porta trionfale a mezzo il teatro di nobilissimo aspetto, ben addobbato intorno con venticinque archi trionfali, ornati di bellissimi quadri e altri ornamenti con mirabilissima prospettiva da tutte le parti, che rendeva grati meraviglia alli riguardanti.
„ Il modello del teatro fu questo, che alla porta laterale della chiesa della Madonna verso mezzo giorno fu fabricato un palco largo e lungo per quanto capiva tutta la chiesa con la discesa di sette scalinate, e al dritto della porta fu piantato un altare alto di cinque scalinate. Appresso all'altare vi erano due alti palchi per la musica2, uno a man dritta, l'altro a sinistra, ed anco per servigio della predica che si doveva fare avanti la detta incoronazione della Madonna.„ Celebratasi la messa dal prevosto Antonio Ammiraglio, durante la quale all'elevazione “si fece una bellissima salva di moschettoni dai soldati del signor colonnello Sulci con una batteria di numerosi mortari, conciati con bell'ordine sotto il coperto della piazza, ed un dotto Padre cappuccino recitò un sermone in lode di Maria. Finita la predica, fu fatta (ripiglia il Cronista) “l'incoronazione della Vergine Santissima dal suddetto signor prevosto di questa collegiata con apparato nobilissimo, con l'intervento di numeroso clero di questo borgo, e altri sacerdoti a questo invitati con le pianete al modello cardinalizio, con l'intervento del signor prevosto di Dairago e del nostro signor visitatore plebano.
„ Finalmente, fornita la santa Incoronazione3, si diede principio alla processione4 cominciando inviarla per la contrada di Piscina con bell'ordine, prima della croce de'figliuoli piccoli a due a due, poi delle scuole de'Disciplini e di S. Antonio, e così ordinatamente seguitava tutto il popolo passando direttamente senza alcuna dimora nella contrada di S. Rocco e per Sciornago per dritta linea alla piazza, entrando nella porta trionfale, andando alla chiesa dove fu riposta la Vergine. Nè si mancò per maggior onore e riverenza di questa santa azione di coprire tutte le strade di panni, per quanto durava tutta la processione, chè non avresti veduto un palmo di cielo aperto.„ Da ultimo il Cronista dichiara che volentieri avrebbe dato tutti i nomi dei morti per il contagio, ma nel timore di recar troppa noja al lettore, ed incerto anche di annoverarli tutti con precisione, perchè molti morirono avanti che il morbo contagioso fosse conosciuto per tale, e più altri non furono messi a libro, si limita a dire che durante l'anno 1630 ne morirono: in genajo (in giorni 8), n.º 14; in febrajo (in giorni 8), 11; in marzo (in 24 giorni), 89; in aprile (dalli 8 ai 27 al giorno), 284; nel maggio, 266; nel giugno, 45; nel luglio (in giorni 25), 70; nell'agosto (in giorni 17), 20; nel settembre (in giorni 20), 40; e nell'ottobre 7. Ma, oltre li descritti come sopra, morirono di contagio 655; cosicchè abbiamo il numero totale ammontante a 1,500 persone, o poco più5.
Note
- ↑ Tra i significati che il Cherubini (Vocab. mil.-ital. a. v.) annette alla voce milanese manna vi ha quello di Rogiada dolce e consistente che a tempo sereno e tranquillo si vede caduta su le foglie de'vegetali. Pare che il Cronista alluda a questo fenomeno
- ↑ Il Reguzzoni afferma che a celebrare con maggior pompa questa festa religiosa si invitarono eccellenti musici, quali da Milano e quali da Novara, per tacere di quelli del borgo stesso.
- ↑ Simili feste religiose sono un caratterisco di quell'epoca. Nel 1624 fu stampato in Milano un libriccino intitolato: Breve narrazione della solennità fatta nel borgo di Lecco mentre fu coronata la Regina del cielo, scritta da Giovanni Antonio Agudio. Oggidì, per gravi ragioni, lo sfarzo di siffatte publiche dimostrazioni religiose fu temperato e sbanditone il simbolismo: tutto si adatta ad uno stile positivo.
- ↑ Al principio e al fine di essa ebbero luogo altre salve di moschettoni.
- ↑ Dalla relazione di Carlo Visconti a Filippo IV nel 1640, publicata da Angelo Salomoni nelle sue Memorie Storico-Diplomatiche degli Ambasciatori Milanesi, sì raccoglie che le spese sostenute dalla città di Milano in occasione della peste del 1630 e 1631 salirono ad un millione e settecento mila lire, oltre il danno pei tributi non riscossi. — Il Manzoni ne'Promessi Sposi, cap. XXXI in principio, afferma che “della città quasi esclusivamente trattano le memorie del tempo.„ Si possono quindi riguardare come rari e preziosi questi brani inediti su la peste del 1630, i quali raccontano i casi allora seguiti in una regione così industre del nostro contado.