Biografia di Frà Paolo Sarpi/Vol. II/Appendice bibliografica/Sezione terza
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SEZIONE TERZA.
Opere illustrate da Frà Paolo.
La notizia delle seguenti opere la estraggo dal Grisellini, il quale ci fa sapere che esse pure tutte perirono nel mentovato incendio del 1769. Anche il Foscarini ne parla.
I. Un esemplare delle Opere Analitiche di Francesco Vieta stampato Turonis, apud Jameticum Metayer ann. 1591 in folio.
Sulla pagina innanzi al frontispizio eravi notato Marini Ghetaldo; lochè mostrava aver appartenuto questo libro a quel celebre uomo. Sotto, di mano di Frà Paolo, stava scritto questo distico:
Dicitur fere quando excedit justum,
Dicitur amplius quando deficit a justo.
Circa le correzioni ed illustrazioni fatte dal Sarpi a quest’opera veda il lettore il Capo IV a pag. 72.
II. Due Opuscoli Matematici di Alessandro Anderson, uno istituito a difendere la di lui soluzione del zetetico problema di Apollonio Pergeo nel supplemento dell’Apollonius redivivus, e l’altro a dimostrare i teoremi dal Vieta prodotti intorno l’analitica sezione degli angoli.
In alcuni fogli cuciti in fondo a’ medesimi eravi una critica sopra il secondo, con una migliore soluzione del problema Apolloniano, e andava seguito il tutto dalla lettera originale dell’Andersonio medesimo a Frà Paolo trasmessagli coi detti opuscoli.
III. Ad un esemplare del Sigonio in foglio De Regno Italiæ impresso in Venezia nel 1591 apud Franciscum Senensem vi aveva il Sarpi aggiunte varie illustrazioni disegnandovi anco nella pagina innanzi al frontispizio gli alberi degli Sforzeschi, de’ Scaligeri e di altri principi italiani. Così pure nel fine avea notato le date di molti fatti memorabili, e principalmente dell’innalzamento di alcuni principi alle loro dignità, ed il tempo in cui mancarono.
IV. Un esemplare di Alhazeno (autore arabo), intitolato Opticæ Thesaurus, colla giunta dei libri di Vitellione, ed i commenti di Federigo Resnero stampato in Basilea 1572, in foglio, era tutto postillato di mano di F. Paolo, e principalmente il libro II di Alhazeno.
V. Libro initolato: Johannis Lucidi Samothei viri clarissimi emendationes temporum ab orbe condito, Canones in tabulam perpetuam temporum, de vero die passionis Christi, Epitome emendiationis Clendari Romani. Venetiis ann. 1537 in 4.°
Prima del frontispizio vi erano due carte bianche, ove vedevasi notata la cronologia latina ed ebraica. Nella tavola de’ tempi stavano scritti frequentemente o sovrani, o papi, o letterati, o altri uomini illustri, e fatti insigni che Frà Paolo aveva per iscopo di segnare. In un’altra carta nel fine dell’opera vedevansi registrati gli storici e cronisti della Chiesa, e varii principi, relativamente ai tempi ove fiorirono.
VI. All’Opuscolo intitolato: Cæsaris Baronii, ecc. Parænesis ad Rempublicam Venetam, edizione di Ferrara 1606 in 4.°, vi erano copiose note confutatorie marginali di mano di F. Paolo.
VII. Sacrosancti Concilii Tridentini Canones et Decreta cum annotationibus ex utroque Testamento, et Juris Pontificii aliisque S.R.E. Conciliis, ab Horatio Lucio Calliensi J.C. etc. collectis, Venetiis apud Marcum Antonium Zalterium.
Questo libro da Frà Paolo fu fatto legare con una carta bianca ed una stampata vicendevolmente per poi scrivere nelle prime delle note riguardo a molti luoghi de’ canoni e decreti da lui con linee segnate. Quantunque però frequentemente vi fossero le linee, non sempre vedevansi le corrispondenti note. Tutta via di queste ancora ne avea gran copia, ed erano riflessioni del Sarpi medesimo e per lo più dichiarazioni del Concilio.
VIII. Un Salterio molto antico in carattere gotico, senza luogo, nè anno della stampa.
Era tutto postillato da Frà Paolo, avendovi notato ad ogni inno il suo autore, ad ogni salmo il suo titolo conforme il testo ebraico, e quasi ad ogni verso la spiegazione e variante lezione tanto latina come greca ed ebraica. Mostrava questo lavoro perizia nel Sarpi tanto nel greco che nell’ebraico, avendo notati alcuni versi de’ salmi colla versione interlineare alla maniera di Sante Pagnino.
IX. Tutti questi libri e varii altri con note di F. Paolo si serbavano nell’incendiata biblioteca de’ PP. Serviti di Venezia, e così non pochi altri mandati in dono al medesimo da’ loro autori, tra cui il Polibio coi commentari del Casaubono, le opere di Bocchelio di Gius ecclesiastico, del Lescasserio, del Gillot, di Guglielmo Barclaio. L’Organo ed il libro de Augmentis Scientiarum di Bacone da Verulamio, ed altri molti, con iscrizioni ed epigrafi di pugno degli autori medesimi per lo più sui i frontispizi dei libri stessi.