Azioni egregie operate in guerra/1673

1673

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1673.

L
’Elettore si pacificò colla Francia, e abbandonò gli Ollandesi, quando aveva faticato tanto, per impegnarvi Leopoldo. Nell’Imperio perseveravano a tenersi in favore del Cristianissimo gli Elettori di Baviera, di Colonia, e Palatino, i Duchi di Neoburg, ed Hannover. Ciò non ostante l’Imperatore si strinse in Alleanza colla Sorella Regina di Spagna, e cogli Ollandesi. Ordinò a tutte le sue truppe di trovarsi ad Egra, per passare in revista sotto gli occhi suoi. A’ dieci di Gennajo aveva perduta la sua prima Consorte, Margherita d’Austria, Principessa dilettissima, perchè totalmente a lui uniforme nella pietà, nel naturale placidissimo, nella cortesissima gentilezza del tratto, nella generosa liberalità verso de’ poveri, verso le Chiese, e gli Ecclesiastici. Vivuto castissimo Leopoldo nella giovinezza, questi erano stati i suoi primi amori; perciò profondissimo fu il dolore, in cui s’immerse dopo il di lei passaggio. Margherita, avvisata della morte imminente, con animo, e volto intrepido abbracciò la notizia. A’ Cortigiani piangenti favellò con gran senso della vanità de’ beni caduchi, dell’aspettativa de’ gaudj celesti, del vero onore dovuto a Dio sommo, ed immortale. Stabilito il Testamento con ampie ricompense alla servitù, tutta si fissò in pensieri, ed affetti verso del Paradiso, finchè placidamente spirò. Ebbe i parti quasi tutti infelici; e l’ultimo, indebolite le di lei forze, ed accesa una pertinace febbretta con infiammazione di gola, e con altri mali, le accelerò la morte.

A divertire le immagini funeste, si portò l’Imperatore ad Egra per passare in rassegna l’esercito. V’intervenne l’Elettor Sassone col Principe figlio, e con Maurizio Duca di Sassen-Hal. Passati alcuni giorni in affettuosi complimenti, in isplendidi banchetti, ed in altre feste, nel giorno stabilito il General Montecuccoli presentò squadronato l’esercito in ordinanza. Potevano essere dieci mila Cavalli, e diciotto mila [p. 172 modifica]Fanti. Comandanti subalterni il Borneville, il Principe di Lorena, D. Giberto Pio, lo Sporc, il Caprara, il Porzia, il Vertmilller, e sopra l’artiglieria il Baden. Per quattro ore Leopoldo coll’Elettore trascorse attorno tutti i Corpi, salutato da triplicata salva di cinquanta pezzi, e delle altre arme da fuoco molto ben regolate.

Sulla fine di Agosto il Montecuccoli trascorse sù quello di Norimberga, dalla di cui Nobilissima Città gran numero d’abitanti uscì per vedere l’esercito. Il Magistrato spedì regali a’ Capi, e alle milizie.

Tutto quest’anno il Maresciallo di Turena erasi trattenuto nell’Alemagna, ed ora nella Vestfalia, ora nella Vetteravia, ora nell’Arcivescovato di Magonza, ultimamente nel mezzo della Franconia con potente armata. Fabbricato un ponte sul Reno ad Aschiafemburg, aveva collocati presidj in Verthein, Selingenstat, e Fridberg. Congregò gran quantità di viveri. Questa fu sempre la saggia prudenza del Turena, radunare in abbondanza vettovaglie, con cui alimentare copiosamente le soldatesche. Il suo disegno era far perdere la Campagna a’ Cesarei: presentare ostacoli, sicchè non avessero comodi di andar avanti, e consumarli nel proprio paese. Il Montecuccoli anche quest’anno aveva ricevuto comando dal primo Ministro, di non cimentarsi a battaglia; e il Turena n’era stato informato. Eleggeva però nel campeggiare siti avvantaggiosi. Ma il Montecuccoli aveva studiata l’arte di danneggiarlo grandemente senza giornata campale. Spediva fuori partite di brava Cavalleria, che guidata da’ Paesani amici, e pratici del Paese, davano addosso a’ Francesi, ne uccidevano, e imprigionavano un buon numero. Amendue le armate a veduta d’Herbipoli si trovarono in presenza. Informato il Montecuccoli, del donde venivano le provvisioni de’ viveri a’ Francesi, spedì il Dunevald con mille cinquecento Cavalli, e trecento a piedi, per rapirle. Questi, ottenuto sul ponte d’Erbipoli per connivenza del Prelato Padrone, o per violenza, il passo, nelle vicinanze di Verthein sorprese un convoglio di Carri, e di barche pieni di munizioni da bocca. Condusse seco i Carri. Gettò nel Meno i grani de’ legni. Diede addosso ad alcuni cento Francesi, venuti, per servire di scorta al convoglio. Settanta ne uccise, e cento ne catturò. Il Montecuccoli avanzò in sito, che attraversava la congiunzione de’ Bavari co’ Francesi, ed impediva il ricavare sovvenimenti del necessario dalle terre di quell’Elettore. Ebbe nelle mani lettere, nelle quali esso Elettore si scusava, di non poter prestare verun ajuto; perchè tutte le strade erano ingombrate da Soldatesche Austriache, le quali chiudevano il passaggio. Tra queste angustie il Turena meditò, d’impadronirsi d’Oxemfurt, e co’ viveri ivi ritrovati ristorare le sue genti. Ma il Montecuccoli l’aveva prevenuto col presentarsegli d’avanti in ordinanza di battaglia. Si credeva per indubitato, che fusse per seguire il fatto d’armi. Tanto più che gl’Imperiali avevano piantata una batteria, che danneggiava non poco i Francesi. Sulla sera seguirono [p. 173 modifica]grosse scaramuccie, che continuarono qualche parte della notte. Ma il Montecuccoli mai volle piegarsi, ad avanzare con tutti i suoi per un conflitto generale, quantunque le milizie lo chiedessero istantemente, e fremessero, per essere tenute oziose. Al favore delle tenebre il Turena si ritirò ben lungi a Verthein. Il Generale Sporc con mille Cavalli assalì il retroguardo, e ne uccise alcune centinaja. Il Turena, mancando di viveri, e frequentemente molestato dalle scorrerie ostili, applicò a ritirarsi al Reno sotto Filisburg. Per quattro giorni, e quattro notti viaggiò tralle molestie de’ Cavalli Cesarei, che lo diminuirono non poco di gente; onde non fu più in istato di trattenere le mosse del Montecuccoli.

Per tutta la Germania si parlava con iscredito grande d’esso Montecuccoli a cagione d’aver trasandata ad Oxemburg l’opportunità di combattere con grande avvantaggio. Ma egli dovette soggiacere, e tollerare i biasimi in silenzio; non convenendo scaricarsi egli, col rovesciare la colpa sù chi poteva più di lui. Persona degnissima di fede attesta, d’aver vedute le lettere1, che gli divietavano generale conflitto. Ma già, senza arrischiar nulla, egli aveva ottenuto il suo intento, di far perdere molta gente al Turena, d’obbligarlo ad abbandonar l’Alemagna, ritirarsi di là dal Reno, e lasciar a lui la libertà di congiungersi coll’Oranges, e cogli altri Alleati per l’assedio di Bona nel Coloniese, la di cui presa difficoltava la dimora de’ Francesi ne’ paesi acquistati sull’Isel, e sulla Mosa. Accostatosi al Reno pose presidj in Andernac, e in Lentz, fugati i Francesi. Sul principio di Novembre, i tre eserciti combinati si accinsero all’espugnazione di Bona. Il presidio era di due in tre mila soldati. Fu distaccato il Generale Sporc colla maggior parte della Cavalleria contra il General Humieres per allontanarlo dal gettare soccorsi nella Piazza. Questa a’ dodici si rendette dopo espugnata dagli Ollandesi la mezza Luna avanti alla porta di Colonia, e da più parti fatta la discesa nel fosso con gara vicendevole delle nazioni assedianti.

Terminata l’impresa, il Montecuccoli fece ritorno a Vienna, lasciato il comando al Duca di Borneville. I luoghi forti del Vicinato caddero nelle mani, o dell’Oranges, o de’ Cesarei, o degli Spagnuoli. I quartieri furono presi in quello di Colonia, di Berg, e di altre provincie di qua, e di là dal Reno sulle frontiere della Francia, e sù i confini del Vescovo di Munster, per obbligare quel Principe a ritirarsi dalla lega col Re Luigi, come seguì di là a poco. Dall’essere caduto l’Elettorato di Colonia nelle mani di Cesare, e de’ suoi Alleati, difficoltavasi la comunicazione tra la Francia, e gli acquisti fatti in Ollanda dal Re Cristianissimo. E però sua Maestà ordinò a’ proprj Generali di ritirarne le guarnigioni alla riserva di Grave, e di Mastric. I [p. 174 modifica]Generali, riscosse gagliarde contribuzioni, le ricondussero nel proprio Regno. Ed egli se ne prevalse altrove nel prossimo anno

  1. P. Vagner suddetto tomo I p. 322.