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e di Soldati Italiani. 171

ondo i comandi impartitigli dal primo Ministro. Rimase al comando de’ Cesarei il Duca di Bornoville. Tutto l’inverno, e la prossima primavera s’andò fluttuando con consigli incerti. I Consiglieri dell’Elettore l’intendevano male, che il loro Padrone si fosse impegnato cogli Ollandesi. Impedirono, ch’esso non venisse a battaglia, quando sopravanzava d’un terzo in truppe1. Lo impressionavano sulla possanza del Maresciallo Francese, assai maggiore del vero. Il Turena accresciuto di soldatesche portò la guerra ne’ paesi Elettorali, e vi conquistò varie Piazze. L’Elettore dava addietro, quando era in forze d’avanzarsi, e di combattere, con isperanza di vittoria. Finalmente nel Giugno del prossimo anno

1673.

L

’Elettore si pacificò colla Francia, e abbandonò gli Ollandesi, quando aveva faticato tanto, per impegnarvi Leopoldo. Nell’Imperio perseveravano a tenersi in favore del Cristianissimo gli Elettori di Baviera, di Colonia, e Palatino, i Duchi di Neoburg, ed Hannover. Ciò non ostante l’Imperatore si strinse in Alleanza colla Sorella Regina di Spagna, e cogli Ollandesi. Ordinò a tutte le sue truppe di trovarsi ad Egra, per passare in revista sotto gli occhi suoi. A’ dieci di Gennajo aveva perduta la sua prima Consorte, Margherita d’Austria, Principessa dilettissima, perchè totalmente a lui uniforme nella pietà, nel naturale placidissimo, nella cortesissima gentilezza del tratto, nella generosa liberalità verso de’ poveri, verso le Chiese, e gli Ecclesiastici. Vivuto castissimo Leopoldo nella giovinezza, questi erano stati i suoi primi amori; perciò profondissimo fu il dolore, in cui s’immerse dopo il di lei passaggio. Margherita, avvisata della morte imminente, con animo, e volto intrepido abbracciò la notizia. A’ Cortigiani piangenti favellò con gran senso della vanità de’ beni caduchi, dell’aspettativa de’ gaudj celesti, del vero onore dovuto a Dio sommo, ed immortale. Stabilito il Testamento con ampie ricompense alla servitù, tutta si fissò in pensieri, ed affetti verso del Paradiso, finchè placidamente spirò. Ebbe i parti quasi tutti infelici; e l’ultimo, indebolite le di lei forze, ed accesa una pertinace febbretta con infiammazione di gola, e con altri mali, le accelerò la morte.

A divertire le immagini funeste, si portò l’Imperatore ad Egra per passare in rassegna l’esercito. V’intervenne l’Elettor Sassone col Principe figlio, e con Maurizio Duca di Sassen-Hal. Passati alcuni giorni in affettuosi complimenti, in isplendidi banchetti, ed in altre feste, nel giorno stabilito il General Montecuccoli presentò squadronato l’esercito in ordinanza. Potevano essere dieci mila Cavalli, e diciotto mila

  1. Istoria militare del Regno di Luigi il Grande t. I p. 346.