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174 Azioni di Generali

Generali, riscosse gagliarde contribuzioni, le ricondussero nel proprio Regno. Ed egli se ne prevalse altrove nel prossimo anno

1674.

I

N questo non uscì in campagna il Montecuccoli. Ma le armi di Cesare furono confidate a’ Generali Susa, e Duca di Borneville. Prima che questi sortissero in campagna, il Re Cristianissimo con somma facilità s’impossessò della Franca Contea1, o Contea di Borgogna, da lui lasciata, quando seguì la pace di Acquisgrana, in tale stato, da poterla riavere con tutta agevolezza, quando vi ritornasse. Nè la Corte di Spagna l’aveva rimessa per anche in positura di valida difesa. L’Imperatore aveva raccomandato al Duca Carlo quarto di Lorena, di entrarvi con soccorso di gente. Ma non potuto ottenere il passaggio pronto dagli Svizzeri per il loro paese, ed impedito pur anco dal Maresciallo di Turena, trincerato sulle strade più accessibili, dovette ritornar addietro. Il Corpo maggiore degl’Imperiali fu destinato in Fiandra, ed appoggiato il comando al General Susa Francese di nascita, perchè passasse a congiungersi cogli Spagnuoli, e col Principe d’Oranges. La condotta del Susa non potette essere più infelice per gl’interessi di Leopoldo. O il Susa avesse in orrore il nuocere a quel Sovrano, di cui era stato suddito, oppure non fusse egli capace di quel carico per la tenuità de’ suoi talenti, come altri di lui nazionale l’ha pubblicato colle stampe. Ed in fatti altre abilità vi vogliono per comandare un esercito, ed altre assai minori bastano, per ben difender una Piazza; egli si diportò in modo, che ruinò l’espettazione, concepita dall’unione di tante forze Alemanne, Spagnuole, Ollandesi, superiore di più mila uomini alle Francesi2. L’Imperatore era stato poco soddisfatto di lui, quando dieci anni avanti comandò nell’Ungheria superiore contra de’ Turchi. Ciò non ostante, non si sa come, lo impiegò presentemente ne’ Paesi bassi Cattolici. Il Susa raccolti da venti mila Cesarei, in vece di camminare sollecito alla unione cogli altri Alleati, consumò più settimane tra il Reno, e la Mosa con aggravio di que’ Paesi. Solo a’ primi di Agosto s’incorporò con loro. Comandava a’ Francesi il Gran Principe di Condè, Capitano di somma estimazione, di consumata esperienza, e di valore inesplicabile. Agli altri il Principe di Oranges, che soprastava di dodici in quindici mila uomini. Gli eserciti furono a veduta. Ma avendo occupato il Condè un sito inaccessibile sulla Sambra con avanti il fiume Pieton, l’Oranges determinò di passar in Fiandra per qualche assedio. La marcia fu presa sù strada pessima per loro, tagliata da fiumicelli, e ingombrata da

  1. N. Casoni Istoria di Luigi il Grande tom. I pag. 327.
  2. P. Vagner Istoria suddetta tom. I pag. 363.