Le stelle variabili

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Joseph Norman Lockyer - Astronomia (1904)
Traduzione dall'inglese di Giovanni Celoria (1904)
Le stelle variabili
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§ V.

Le stelle variabili.

214. In cielo a partire dalla fine del secolo decimosesto si sono andate osservando stelle che passano successivamente per diversi gradi di intensità luminosa, ed alle quali si diede l’appellativo di variabili. Desse, a seconda delle oscillazioni della loro luce, si dividono ora in parecchie classi.

215. La prima classe di variabili è quella delle stelle nuove; di esse or ora si trattò abbastanza a lungo nel paragrafo precedente.

216. La seconda classe di variabili, la più numerosa, abbraccia le stelle che passano da uno splendore massimo ad uno minimo in un periodo oscillante fra sei mesi e due anni; presentano differenze di splendore grandi; non tutti i massimi e i minimi di luce per i quali passano sono uguali fra loro; non sempre la durata del loro periodo è costante.

Caratteristica di questa classe è la stella ο della Balena (Mira Ceti), la quale nel suo massimo splendore è di seconda grandezza, nel minimo è per lo più invisibile anche con buoni telescopi, ed ha un periodo di 331 giorni.

217. Nella terza classe di variabili stanno alcune stelle il cui splendore è soggetto a lievi mutazioni in apparenza irregolari; tali sono ad esempio le stelle alfa di Orione e alfa di Cassiopea.

218. Vi sono stelle, quali beta della Lira e delta di Cefeo, che cambiano continuamente; nel corso di pochi giorni talune nel corso di poche ore, di [p. 202 modifica]quattro ore ad esempio, passano per una serie non interrotta di splendori diversi, serie che ripetesi poi esattamente e regolarmente. Queste stelle formano una quarta classe di variabili.

219. La quinta ed ultima classe di variabili comprende alcune stelle le quali mantengono, durante la più gran parte del tempo, invariato il loro splendore, ma ad intervalli regolari perdono poi in poche ore quasi intieramente la loro luce, e con uguale rapidità la riacquistano. La più caratteristica fra le stelle di questa classe è Algol o beta di Perseo.

Questa stella è per lo più della seconda grandezza, ma ad intervalli di 2 giorni, 20 ore, 49 minuti, diminuisce fino a diventare della quarta grandezza, rimanendo in tale stato un’ora ed anche meno. Si è trovato che il periodo suo, cioè l’intervallo fra due diminuzioni consecutive dello splendore suo, va lentamente abbreviandosi.

220. Non s’è finora trovata ipotesi che valga a spiegare da sola tutti indistintamente i fenomeni presentati dalle diverse classi di variabili, forse perchè ad ogni classe di esse corrispondono una o più cause speciali di perturbazioni dello splendore.

Già dissi (paragrafo precedente) in qual modo si cerchino di spiegare le stelle della prima classe o nuove; non si potrebbero certo in ugual modo spiegare le variabili delle altre classi.

Prendendo per base le cognizioni che abbiamo del Sole, pensano alcuni che stelle com’esso costituite, e nelle quali le macchie si svolgessero in più vaste proporzioni, dovrebbero presentare cambiamenti notevoli di splendore. Danno in questo modo fino ad un certo punto ragione delle variabili della classe seconda, e spiegano naturalissimamente quelle della terza. [p. 203 modifica]

È assai diffusa l’ipotesi la quale vorrebbe spiegare le variabili, supponendo che le parti diverse della loro superficie sieno diversamente splendenti, e rivolgansi successivamente alla Terra portate dalla rotazione delle stelle intorno a un proprio asse. È un’ipotesi che, se vera, spiegherebbe solo le variabili della quarta classe.

Rimangono le variabili della classe quinta. Le si spiegano per mezzo di un corpo oscuro o satellite della stella, il quale, portato dal proprio movimento intorno alla stella, passa a periodi determinali fra la stella e la Terra, ed occulta in lutto od in gran parte la stella.

Tali sono le ipotesi diverse ideate rispetto alle variabili; malgrado esse, può però affermarsi che delle variabili la scienza non è ancora giunta a rendersi conto esatto, pur riconoscendo in esse un indizio sicuro di grandi rivolgimenti nelle atmosfere stellari, o di vere e proprie evoluzioni fisiche nelle stelle.