Astronomia/Capitolo quinto/14

Cumuli e nebule

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Joseph Norman Lockyer - Astronomia (1904)
Traduzione dall'inglese di Giovanni Celoria (1904)
Cumuli e nebule
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§ XIV.

Cumuli e nebule.

252. Le stelle sono sparse su tutto il cielo in modo molto irregolare; si incontrano in cielo ampi spazii dove non splende alcuna stella; in spazii angusti invece si vedono stelle numerose aggruppate e fra loro vicinissime. [p. 220 modifica]

È notevolissimo il gruppo delle Pleiadi, nella costellazione del Toro. Presenta, a chi è dotato di vista comune, sei stelle, raccolte in uno spazio poco maggiore di quello apparente occupato dal disco lunare; persone di vista eccellente scorgono in esso 12 o 13 stelle; con cannocchiali potenti se ne possono contare più di 400.

Nella costellazione del Cancro v’è il così detto Presepe, che ad occhio nudo, sembra una piccola nube biancastra. Basta un piccolo cannocchiale per mostrare ch’esso è un gruppo di 40 o 50 piccole stelle, la luce delle quali si confonde nell’occhio, generando l’impressione d’una nubecula luminosa a cagione della grande vicinanza in cui esse stelle si trovano fra loro.

Un’altra piccola nube luminosa dello stesso genere si trova nella Via Lattea, fra le costellazioni di Perseo e di Cassiopea; essa pure, con un mediocre telescopio, si decompone in centinaia di piccole stelle.

253. Tali aggruppamenti di stelle sogliono chiamarsi cumuli; è difficile ammettere ch’essi sieno l’effetto di una causale proiezione prospettica, è difficile non ammettere che le stelle di ogni cumulo formino un vero e speciale sistema fisico, un sistema in altre parole di soli vicini fra loro. La fig. 44 qui di contro può dare un’idea dell’aspetto di queste formazioni.

Il numero dei cumuli è stragrande, perchè esaminando il cielo con un cannocchiale anche mediocre, compaiono subito centaia di piccole nubi luminose, le quali, alla lor volta, con cannocchiali maggiori, si risolvono in moltitudini di piccolissime stelle. Tale ad esempio è un bellissimo cumulo, il quale si trova fra le stelle ζ ed η di Ercole, e che sopra una superficie apparente minore di [p. 221 modifica]un decimo del disco lunare, mostra in un cannocchiale di qualche forza più migliaia di stelle estremamente minute. Questo cumulo si riconosce facilmente ad occhio o con qualunque debole cannocchiale; appare in tal caso come una piccola Fig. 44. nube biancastra, più luminosa al centro che nel suo contorno.

254. Accrescendo la potenza dei telescopi si accresce il numero di tali nubecule luminose, delle quali la risoluzione in stelle è riservata ad altri telescopi più potenti. Ma oltre a queste nebule risolubili, ne esistono altre irresolubili, che nessuna [p. 222 modifica]Fig. 45. [p. 223 modifica]potenza di telescopio ha potuto scindere in stelle, e ciò probabilmente a cagione della loro natura effettivamente nebulare. Queste sono le vere nebule, altrimenti dette anche nebulose.

L’esempio più bello di questa specie e dato dalla nebulosa d’Orione (fig. 45), che si trova nella Fig. 46 costellazione di questo nome. La sua forma è affatto irregolare, ramificata nel modo più bizzarro, indescrivibile, senza coniare che variazioni di aspetto furono in essa constatate per mezzo di osservazioni fatte coi grandi cannocchiali americani, i più potenti del mondo.

Altre nebule hanno invece aspetto simmetrico, per esempio quella vicina alla stella ν di Andromeda, detta perciò nebulosa d’Andromeda (fig. 46). [p. 224 modifica]Dessa è visibile ad occhio nudo, e la sua forma è regolarissima, quasi perfettamente ovale.

Esistono nebule aventi la forma o di globo, o di disco, o di anello, o di spirale; esistono nebule o doppie, o triple; esistono nebulose variabili.

Vi sono infine nebule rotonde, nel cui centro brilla una stella, e che sogliono chiamarsi stelle nebulose.