Ario, Nestorio, a rimembrarsi orrore
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III
PER LO MEDESIMO.
Ario, Nestorio, a rimembrarsi orrore,
Odio dell’Universo, alme esecrate,
Rivolti a ricercar la Deïtate,
Dal verace sentier corsero fuore;
5E fatti infermi e lassi
Caddero al fin tra malagevol passi.
Folle desío d’alto sapere in scuola
Errare il fece, ed oltraggiar la Chiesa:
Ma d’onor condannato empia contesa,
10Ma ria superbia, ma lussuria, e gola,
Tratto dal cammin vero
Fatto ha pur dianzi ereticar Lutero.
Ei su celesti carte alti segreti
Cercar non volle; volle empi diletti,
15Disfratato fuggir da’ sacri tetti
Sprezzar del Vatican saldi decreti,
Prender i voti a scherno,
E cosparger d’obblío Cielo, ed Inferno.
O bella un tempo, e di virtute al Mondo
20Chiara Germania, e come avvien che adori
Un che spinto da rabbie e da furori
È d’ogni vizio traboccato in fondo?
Negalo tu, se puoi;
Ma che si può negar de’ furor suoi?
25Ei già ti pose smaniando in guerra;
Mantice immenso a’ tuoi disdegni ardenti;
E quando trascorrean larghi torrenti
Di nobil sangue ad inondar la terra,
Allor su i campi ancisi
30Qual trïonfante sollevava i risi.
Piangean le Madri, e riponean le Spose
Lor cari amor sotto i funesti marmi,
Ed ei nefando eccitator dell’armi
Menava sotto coltre ore giojose
35Tra braccia femminili,
O di vin tracannava ampj barili.
A costui giurar fede? Accettar legge
Dal costui cenno? Egli il cammin ti scorge
Da gire al Ciel, Germania? Egli ti porge
40E conforti, e spaventi? Ei ti corregge?
A costui sei divota?
E quale impicchi, e chi vuoi porre in rota?