Popol, che saggio e pio

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Popol, che saggio e pio Intestazione 21 gennaio 2024 75% Da definire

Già di vivace allor presso Elicona Ario, Nestorio, a rimembrarsi orrore
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni morali di Gabriello Chiabrera
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II

PER LO MEDESIMO.

Popol, che saggio e pio
     A bella verità volgi il pensiero,
     Che l’empio ed esecrabile Lutero
     Unqua adorasse Dio
     5Non creder tu giammai; finse adorarlo,
     E trasse indi cagion di bestemmiarlo.
Dio, diremo, adorarsi
     Ove è fango l’onor de’ Sacramenti?
     Ove a terra ne van sacri Conventi?
     10Ove gli Altar son arsi?
     Ove son spenti i messaggier del Cielo?
     Ove favola vien l’almo Evangelo?
Odo ben io, che dice
     Lingua di vulgo: or s’egli al Ciel fe’ guerra
     15Infra vizj cotanti, ond’è, che in terra
     Visse vita felice?
     Dorme il Signor, che l’Universo affrena?
     O del peccar felicitate è pena?
Non dorme, no: rimira
     20Con occhio invitto il Regnator superno.
     E sopra i peccator col braccio eterno
     Vibra fulmini d’ira.
     Sciocca è la plebe: ove sembrò contento,
     Carco Lutero fu d’aspro tormento.
25Se riputiam mal nato
     Altri, che adombra, e che degli occhi è cieco,
     Chi lume di ragion non ha più seco
     Appellerem beato?
     Uom, che per guisa tal bearsi brama,
     30Solo per la sembianza Uomo si chiama.
Uomo Lutero? e quando
     Di sì bel nome il traditor fu degno?
     Allor che il Purgatorio ebbe a disdegno,
     O pure allor che bando
     35Diede alle Messe, e tra’ femminei vezzi
     Tutta squarciò la bella Fede in pezzi?