Arcadia (Sannazaro)/Egloga IV
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EGLOGA QUARTA.
logisto ed elpino.
Logisto.
Chi vuol udire i miei sospiri in rime,
Dorme mie care, e l’angoscioso pianto,
E quanti passi tra la notte e ’l giorno
Spargendo indarno vo per tanti campi;
Legga per queste quercie e per li sassi,
Che n’è già piena omai ciascuna valle.
Elpino.
Pastori, uccel nè fiera alberga in valle,
Che non conosca il suon delle mie rime;
Nè spelunca o caverna è fra gli sassi,
Che non rimbombe al mio continuo pianto;
Nè fior nè erbetta nasce in questi campi,
Ch’io non la calchi mille volte il giorno.
Logisto.
Lasso, ch’io non so ben l’ora nè ’l giorno,
Che fui rinchiuso in questa alpestra valle;
Nè mi ricordo mai correr per campi
Libero o sciolto; ma piangendo in rime
Sempre in fiamme son visso; e col mio pianto
Ho pur mosso a pietà gli alberi e i sassi.
Elpino.
Monti selve fontane piagge e sassi
Vo cercand’io, se pur potessi un giorno
In parte rallentar l’acerbo pianto;
Ma ben veggio or che solo in una valle
Trovo riposo alle mie stanche rime,
Che mormorando van per mille campi.
Logisto.
Fiere silvestre, che per lati campi
Vagando errate, e per acuti sassi,
Udiste mai sì dolorose rime?
Ditel per Dio. Udiste in alcun giorno
O pur in questa ovver in altra valle
Con sì caldi sospir sì lungo pianto?
Elpino.
Ben mille notti ho già passate in pianto,
Tal che quasi paludi ho fatto i campi;
Alfin m’assisi in una verde valle,
Ed una voce udii per mezzo i sassi
Dirmi: Elpino, or s’appressa un lieto giorno,
Che ti farà cantar più dolci rime.
Logisto.
O fortunato, che con altre rime
Riconsolar potrai la doglia e ’l pianto!
Ma io lasso pur vo di giorno in giorno
Nojando il ciel, non che le selve e i campi.
Tal ch’io credo che l’erbe e i fonti e i sassi,
Ed ogni uccel ne pianga in ogni valle.
Elpino.
Deh, se ciò fosse, or qual mai piaggia o valle
Udrebbe tante o sì soavi rime?
Certo io farei saltare i boschi e i sassi,
Siccom’un tempo Orfeo col dolce pianto;
Allor si sentirebbon per li campi
Tortorelle e colombe in ogni giorno.
Logisto.
Allora io chieggio che sovente il giorno
Il mio sepolcro onori in questa valle:
E le ghirlande colle a’ verdi campi,
Al cener muto dia con le tue rime,
Dicendo: alma infelice, che di pianto
Vivesti un tempo, or posa in questi sassi,
Elpino.
Logisto, odanlo i fiumi, odanlo i sassi,
Ch’un lieto fausto avventuroso giorno
S’apparecchia a voltarti in riso il pianto;
Se pur l’erbe ch’io colsi alla mia valle
Non m’ingannaro, e l’incantate rime,
Che di biade più volte han privi i campi.
Logisto.
Li ignudi pesci andran per secchi campi,
E ’l mar fia duro, e liquefatti i sassi,
Ergasto vincerà Titiro in rime,
La notte vedrà ’l sol, le stelle il giorno,
Pria che gli abeti e i figgi d’està valle
Odan dalla mia bocca altro che pianto.
Elpino.
Se mai uom si nudri d’ira e di pianto,
Quell’un fu’ io; e voi ’l sapete, o campi:
Ma pur sperando uscir dell’aspra vaile
Rinchiusa intorno d’alti e vivi sassi,
E ripensando al ben che avrò quel giorno,
Canto con la mia canna or versi or rime.
Logisto.
Allor le rime mie fien senza pianto,
Che ’l giorno non dia luce ai lieti campi,
E i sassi teman l’aura in chiusa valle.
ANNOTAZIONI
all’Egloga Quarta.
Li ignudi pesci ec. Argomento cavato dall’impossibile spessissimo usato dai Poeti, i cui esempj giudico soverchio recare in mezzo. Osserva però come tutte queste idee benissimo capiscono in mente d’un pastorello innamorato.