Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/108
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Anno di | Cristo CVIII. Indizione VI. Alessandro papa 1. Trajano imperadore 11. |
Consoli
Appio Annio Trebonio Gallio e Marco Atilio Metilio Bradua.
V’ha chi dà il cognome di Treboniano al primo di questi consoli; ma in due iscrizioni, riferite dal Panvinio1, si legge Trebonio. Se crediamo al medesimo Panvinio, nelle calende di marzo succederono nel consolato Cajo Giulio Africano e Clodio Crispino. Ma un’iscrizione, conservata in Verona, e riferita dal marchese Scipione Maffei, e poscia anche da me2, ci fa sufficientemente conoscere, che nel dì 23 di agosto dell’anno presente erano consoli Appio Annio Gallo e Lucio Verulano Severo, o pur Severiano. O sul fine del precedente anno, o nella primavera del presente, sbrigato dagli affari della Dacia, se ne ritornò Trajano a Roma, ed ivi celebrò il secondo suo trionfo dei Daci con magnifiche feste, e massimamente perchè correvano i decennali del suo imperio, che solevano solennizzarsi con gran pompa3. Attesta Dione che, arrivato Trajano a Roma, vennero molte ambascerie di nazioni barbare, e fino dall’India a visitarlo, chi per bisogni, chi per ossequio. Quattro mesi durarono in Roma i pubblici spettacoli e divertimenti, consistenti per lo più in combattimenti di lioni e di altre feroci bestie, oppur di gladiatori. Giorni vi furono, nei quali si videro uccisi mille di questi fieri animali, e in più altri arrivò la somma a diecimila. Si fece conto che anche dieci migliaja di gladiatori diedero orrida mostra della lor arte, combattendo fra loro negli anfiteatri. In questi tempi ancora attese Trajano a formare e selciare una strada pubblica per le paludi pontine, con fabbricar anche case e ponti di gran magnificenza lungo di essa via, per comodo de’ viandanti e del commercio. E perchè si trovava molta moneta o di bassa lega, o strozzata, o falsa; ordinò il saggio imperadore, che tutta fosse portata alla zecca, dove fu disfatta per rifarne della buona e di giusto peso. A quest’anno si crede che appartenga il terzo congiario o regalo, che Trajano diede al popolo romano, espresso da una medaglia, riferita dal Mezzabarba4. Mette il Tillemont5 con altri scrittori in questi tempi la spedizion di Trajano contro de’ Parti, o sia de’ Persiani; ma certamente è da anteporre la sentenza d’altri, che molto più tardi parlano di quelle imprese. Succedette, secondo[p. 408] la cronica di Damasco6, nel presente anno il glorioso martirio di santo Evaristo papa, in cui luogo fu posto Alessandro.