Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750/107

Anno 107

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Anno di Cristo CVII. Indizione V.
Evaristo papa 12.
Trajano imperadore 10.


Consoli


Lucio Licinio Sura per la terza volta, e Caio Sosio Senecione per la quarta.


Ma questo Sura da Sparziano1 vien detto Consul bis nell’anno presente insieme con Serviano. All’incontro il Panvinio2 con altri fu di parere, che i due suddetti ordinari consoli nelle calende di luglio avessero per successori Cajo Giulio Servilio Orso Serviano, che avea sposata Paolina sorella di Adriano, e cugina di Trajano, e fu molto amico di Plinio, e Surano per la seconda volta. Certo non mancano imbrogli ne’ fasti consolari; ed è ben facile il prendere degli abbagli nell’assegnare ai consoli sostituiti il preciso anno del loro consolato. Nel presente si può ragionevolmente credere che Trajano, con felicità bensì, ma dopo immense fatiche, conducesse a fine la seconda guerra contro de’ Daci. Per attestato di Dione3 s’impadronì egli della reggia di Decebalo, o sia della capitale della Dacia, chiamata Sarmigetusa: il che reca indizio, ch’egli non ne fosse restato in possesso nella pace stabilita dopo la prima guerra. Pertanto Decebalo, veggendosi spogliato di tutto il suo paese, ed in pericolo ancora di restar preso, piuttosto che venire in man dei nemici, si diede la morte da sè stesso, e il capo suo fu portato a Roma. Così pervenne tutta la Dacia in potere del popolo romano, e Trajano ne formò una provincia, con fondare in Sarmigetusa una colonia, nominata nelle iscrizioni della Transilvania, che il Grutero4 ed io abbiam dato alla luce. In oltre abbiam da Dione che Decebalo, trovandosi in mal punto, affinchè i suoi tesori non[p. 406] cadessero in mano de’ Romani, distornò il corso del fiume Sargezia, che passava vicino al suo palazzo, e fatta cavare una gran fossa in mezzo al seccato lido di quel fiume, vi seppellì una gran copia d’oro, d’argento e d’altre cose preziose, che si poteano conservare. Quindi ricoperto il sito con terra e con grossi sassi, tornò a far correre l’acqua pel solito alveo. I prigioni da lui adoperati per quella fattura, acciocchè non rivelassero il segreto, furono tosto uccisi. Ma essendo poi stato preso dai Romani Bicilis, uno de’ familiari più confidenti di Decebalo, questi scoprì tutto a Trajano, il quale ne seppe ben profittare. Rimasto spolpato quel paese, ebbe cura Trajano di mandarvi ad abitare un numero infinito di persone, e di fondarvi, oltre alla suddetta, altre colonie, che si veggono menzionate da Ulpiano5: con che divenne la Transilvania una fioritissima provincia de’ Romani, essendosi perciò in quelle parti trovate negli ultimi due secoli molte iscrizioni romane, che si leggono presso il suddetto Grutero, presso il Reinesio, e nel mio nuovo Tesoro.

  1. Spartianus, in Vita Hadriani.
  2. Panvinius, Fast. Consular.
  3. Dio., lib. 68.
  4. Gruterus, Thesaur. Inscription.
  5. Lege Sciendum ff. de Censibus.