Tuttor notando quel ch’andrò vedendo 50Dietro a costei per la portella stretta,
E di scriverlo oltre ancora attendo.
Or vi voglio pregar, Donna diletta,
Che poi che la passata visïone
Tuttora con diletto avrete letta, 55Mirando dove cade riprensïone
Mi correggiate, e cara la tegnate,
Pensando alla mia buona affezïone.
Io non mi curo poi se dispregiate
Sien forse le sue o sua sentenza, 60Sol che a voi sian dilettose e grate.
Per vostro onore, e somma reverenza
Della fè ch’io vi deggio, e come a Donna
Di virtuosa e somma intelligenza,
Atando me la possa, che s’indonna 65In ciascun cuor gentil, che da virtute
Per accidente alcun mai non si sdonna,
Rispetto avendo ancora alla salute,
Che da voi speranza mi promette
A mitigar l’amorose ferute, 70Aggio composte queste parolette
In rima, e fine faccio col piacere
Di voi, in cui l’alma tutta si rimette.
Vaga e contenta solo di potere
Far cosa che v’aggrada, e questo vuole, 75Questo disia, e questo l’è in calere,
Ed il contrario più ch’altro le dole.
Dunque, Donna gentile e valorosa,
Di biltà fonte, com’ di luce sole,