Amorosa visione/Capitolo IV
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CAPITOLO IV.
Seguendomi la Donna, com’io lei
Pria seguitava, co’ due giovinetti,
A man sinistra volsi i passi miei.
Intra lor due avean noi due ristretti,
5E con più spesso passo n’andavammo
A riguardare i men cari diletti.
Andando in tal maniera, noi entrammo
Per la gran porta insieme con costoro,
Ed in una gran sala ci trovammo.
10Chiara era e bella e risplendente d’oro,
D’azzurro di color tutta dipinta
Maestrevolemente in suo lavoro.
Humana man non credo che sospinta
Mai fosse a tanto ingegno, quanto in quella
15Mostrava ogni figura lì distinta:
Eccetto se da Giotto, al qual la bella
Natura, parte di sè somigliante
Non occultò, nell’atto in che suggella.
Noi ci traemmo nella sala avante,
20Quasi nel mezzo d’essa, e quivi stando,
Vedevam le figure tutte quante.
Ell’era quadra; ond’io che riguardando
Giva per tutto, dirizzai il viso
Ver l’una delle facce in piede stando.
25Là vid’io pinta con sottil diviso
Una donna piacente nell’aspetto,
Soave sguardo aveva e dolce riso.
La man sinistra teneva un libretto,
Verga real la destra, e’ vestimenti
30Porpora gli estimai nell’intelletto.
A piè di lei sedevan molte genti
Sopra un fiorito e pien d’erbette prato,
Alcuni meno e alcuni più eccellenti.
Ma dal sinistro e dal suo destro lato
35Sette donne vid’io, dissimiglianti
L’una dall’altra in atto ed in parato.
Elle eran liete, e lor letizia in canti
Pareami dimostrassero, ma io
Con l’occhio alquanto più mi trassi avanti.
40Nel verde prato a man destra vid’io
Di questa donna, in più notabil sito,
Aristotile star con atto pio:
Tacito riguardando in sè unito
Pensoso mi pareva; e poi appresso
45Isocrate sedea quasi smarrito.
Eravi quivi ancor Platon, con esso
Melisso, Anassimandro v’era, e Tale,
E Speusippo lei mirando spesso.
Raclito ancora, e Ippocras il quale
50In abito mostrava d’aver cura
Ancora di sanare il mondan male.
Ivi sedeva con sembianza pura
Galeno, e con lui era Zenone,
E ’l Geometra ch’a dritta misura
55Mosse l’ingegno, sicchè con ragione
Oggi s’adopra seguendo suo stile:
E dopo lui Democrito e Solone.
Insieme con costoro in atto umile
Si sedea Tolomeo, e speculava
60Il ciel con intelletto assai sottile,
Riguardando una spera che lì stava
Ferma davanti, e Tebico con lui,
E Abracis ancora in ciò mirava.
Averrois e Fedon dopo colui
65Sedevan rimirando la bellezza
Di quella donna che onora altrui.
Nassagora ancor quella chiarezza
Mirava fiso insieme con Timeo,
Mostrando in atto di sentir dolcezza.
70Dioscoride ancor v’era, ed Orfeo,
Ambepece e Temistio, e poi un poco
Esiodo, e Lino, e Timoteo.
O quanto quivi in grazïoso gioco
Pittagora onorato si vedea,
75E Diogene in sì beato loco!
Vie dopo questi ancora mi parea
Seneca riguardando ragionare
Con Tullio insieme, che con lui sedea.
Innanzi a loro un poco, ciò mi pare,
80Parmenide sedea e Teofrasto,
Lieto ciascun della donna mirare.
Vestito d’umiltà pudico e casto
Boezio si sedeva ed Avicena,
Ed altri molti, i qua’ s’a dir m’adasto,
85Non fosse troppo rincrescevol pena
Dubbio al lettor, però mi taccio omai,
E dirò di color che seco mena
Dalla man manca, ov’io mi rivoltai.