I - A Venere

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Dedica di Bodoni a Savioli II - Il Passeggio


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O figlia alma d’Egioco,
     Leggiadro onor dell’acque,
     Per cui le Grazie apparvero
     4E ’l riso al mondo nacque.

O molle dea di ruvido
     Fabbro gelosa cura,
     O del figliuol di Cinira
     8Beata un dì ventura.

Teco il Garzon, cui temono
     Per la gran face eterna,
     Ubbidíenza, e imperio
     12Soavemente alterna.

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Accese a te le tenere
     Fanciulle alzan la mano:
     Sole ritrosa invocano
     16Le antiche madri invano.

Te sulle corde Eolie
     Saffo invitar solea,
     Quando a quíete i languidi
     20Begli occhi Amor togliea.

E tu richiesta, o Venere,
     Sovente a lei scendesti,
     Posta in obblío l’ambrosia,
     24E i tetti aurei celesti.

Il gentil carro Idalio,
     Ch’or le colombe addoppia,
     Lieve traea di passeri
     28Nera amorosa coppia.

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E mentre udir propizia
     Solevi il flebil canto,
     Tergean le dita rosee
     32Della fanciulla il pianto.

E a noi pur anco insolito
     Ricerca il petto ardore,
     E a noi l’esperta cetera
     36Dolce risuona amore.

Se tu m’assisti, io Pallade
     Abbia, se vuol, nimica:
     Teco ella innanzi a Paride
     40Perdè la lite antica.

A che valer può l’Egida,
     Se ’l figlio tuo percote?
     Quel che i suoi dardi possono
     44L’asta immortal non puote.

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Meco i mortali innalzino
     Solo al tuo nome altari;
     Citera tua divengano
     48Il ciel, le terre, i mari.