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I

A VENERE



O figlia alma d’Egioco,
     Leggiadro onor dell’acque,
     Per cui le Grazie apparvero
     E ’l riso al mondo nacque.

O molle dea di ruvido
     Fabbro gelosa cura,
     O del figliuol di Cinira
     Beata un dì ventura.

Teco il Garzon, cui temono
     Per la gran face eterna,
     Ubbidíenza, e imperio
     Soavemente alterna.