Aminta (1590)/Atto secondo/Scena seconda

Scena seconda

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SCENA TERZA.

Aminta. Tirſi.

V
Orrò veder ciò che Tirſi haurà fatto:

E, s’haurà fatto nulla,
     Prima ch’io vada in nulla,
     Uccider vò me steſſo, inanzi à gli occhi
     5De la crudel fanciulla.
     À lei, cui tanto piace
     La piaga del mio core,
     Colpo de’ ſuoi begli occhi,
     Altrettanto piacer deurà per certo
     10La piaga del mio petto,
     Colpo de la mia mano.

     Tir.Noue, Aminta, t’annoncio di conforto:
     Laſcia homai queſto tanto lamentarti.

     Am.Ohimè, che dì? che porte?
     15Ò la vità, ò la morte?

     Tir.Porto ſalute, e vita; s’ardirai
     Di farti loro incontra: ma fà d’huopo
     D’eſſer un’huom’Aminta, un’huom’ardito.

     Am.Qual ardir mi biſogna, e’ncontra à cui?
     Tir.20Se la tua Donna foſſe in mez’un boſco,
     Che, cinto intorno d’altiſſime rupi,
     Deſſe albergo à le tigri, & a’ leoni;
     V’andresti tu?
     Am.     V’andrei ſicuro, e baldo,
     Più che di feſta villanella al ballo.

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     Tir.25E, s’ella, foſſe tra ladroni, & armi;
     V’andreſti tu?
     Am.     V’andrei più lieto, e pronto,
     Che l’aſſetato ceruo à la fontana.

     Tir.Biſogna à maggior proua ardir più grande.
     Am.Andrò per mezo i rapidi torrenti,
     30Quando la neue ſi diſcioglie, e gonfi
     Li manda al mare: andrò per mezo’l foco,
     E ne l’Inferno, quando ella vi ſia,
     S’eſſer può Inferno, ou’è coſa ſi bella.
     Horsù, ſcuoprimi il tutto.
     Tir.     Odi.     Am.     Dì toſto.
     Tir.35Siluia t’attende à un fonte, ignuda, e ſola.
     Ardirai tu d’andarui?
     Am.     Oh, che mi dici?
     Siluia m’attende ignuda, e ſola?
     Tir.     Sola.
     Se non quanto v’è Dafne, ch’è per noi.

     Am.Ignuda ella m’aſpetta?     Tir.     Ignuda: ma,
     Am.40Ohime, che Ma? tu taci, tu m’uccidi.
     Tir.Ma non sà già, che tu v’habbi d’andare.
     Am.Dura concluſion, che tutte attoſca
     Le dolcezze paſſate. hor, con qual’arte,
     Crudel, tu mi tormenti?
     45Poco dunque ti pare,
     Che infelice io ſia,
     Che à creſcer vieni la miſeria mia?

     Tit.S’à mio ſenno farai, ſarai felice.
     Am.E che conſigli?     Tir.     Che tu prenda quello,
     50Che la fortuna amica t’appreſenta.

     Am.Tolga Dio, che mai faccia
     Coſa, che le diſpiaccia:

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     Coſa, io non feci mai, che le spiaceſſe
     Fuor che l’amarla: e queſto à me fù forza,
     55Forza di ſua bellezza, e non mia colpa.
     Non ſarà dunque ver, ch’in quanto io poſſo
     Non cerchi compiacerla.
     Tir.     Hor mai rispondi:
     Se foſſe in tuo poter di non amarla,
     Laſciaresti d’amarla, per piacerle?

     Am.60Nè queſto mi conſente Amor, ch’io dica,
     Nè ch’imagini pur d’hauer già mai
     À laſciar il ſuo amor, bench’io poteſſi.

     Tir.Dunque tu l’ameresti al ſuo dispetto,
     Quando poteſſi far di non amarla.

     Am.65Al ſuo dispetto nò, ma l’amerei.
     Tir.Dunque fuor di ſua voglia.     Am.     Si per certo.
     Tir.Perche dunque non oſi oltra ſua voglia
     Prenderne quel, che, ſe ben graua in prima,
     Al fin, al fin le ſarà caro, e dolce,
     70Che l’habbi preſo?
     Am.     Ahi, Tirſi, Amor risponda
     Per me; che, quanto à mez’il cor mi parla,
     Non sò ridir. tu troppo ſcaltro ſei
     Già per lungo uſo à ragionar d’Amore:
     À me lega la lingua
     75Quel, che mi lega il core.

     Tir.Dunque andar non vogliamo?     Am.     Andare io voglio,
     Ma non doue tu ſtimi.
     Tir.     E doue?     Am.     À morte;
     S’altro in mio prò non hai fatto, che quanto
     Hora mi narri.
     Tir.     E poco parti queſto?
     80Credi tu dunque, ſciocco, che mai Dafne

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     Conſigliaſſe l’andar, ſe non vedeſſe
     In parte il cor di Siluia? e forſe ch’ella
     Il sà, nè però vuol, ch’altri riſappia,
     Ch’ella ciò ſappia. hor, ſe’l conſenſo espreſſo
     85Cerchi di lei, non vedi, che tu cerchi
     Quel che più le dispiace? hor, doue è dunque
     Queſto tuo deſiderio di piacerle?
     E, s’ella vuol, che’l tuo diletto ſia
     Tuo furto, ò tua rapina, e non ſuo dono,
     90Nè ſua mercede: a te, folle, che importa
     Più l’un modo, che l’altro?
     Am.     E chi m’accerta,
     Che il ſuo deſir ſia tale?
     Tir.     Ò mentecatto.
     Ecco, tu chiedi pur quella certezza,
     Ch’à lei dispiace, e dispiacer le deue
     95Dirittamente, e tu cercar non dei.
     Ma, chi t’accerta ancor, che non ſia tale?
     Hor s’ella foſſe tale? e non v’andaſſi?
     Eguale è il dubbio, e’l riſchio. ahi, pur è meglio
     Come ardito morir, che come vile.
     100Tu taci: tu ſei vinto. hora confeſſa
     Queſta perdita tua, che fia cagione
     Di vittoria maggiore. andianne.
     Am.     Aspetta.
     Tir.Che, Aspetta? non ſai ben, che’l tempo fugge?
     Am.Deh, penſiam pria, ſe ciò dee farſi, e come.
     Tir.105Per strada peſerem ciò che vi resta:
     Ma nulla fà, chi troppe coſe penſa.

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SCENA TERZA.

Aminta. Tirsi.

V
Orrò veder ciò che Tirsi avrà fatto:

E, s’avrà fatto nulla,
     Prima ch’io vada in nulla,
     Uccider vo me stesso, inanzi a gli occhi
     5De la crudel fanciulla.
     A lei, cui tanto piace
     La piaga del mio core,
     Colpo de’ suoi begli occhi,
     Altrettanto piacer devrà per certo
     10La piaga del mio petto,
     Colpo de la mia mano.

     Tir.Nove, Aminta, t’annoncio di conforto:
     Lascia omai questo tanto lamentarti.

     Am.Ohimè, che di’? Che porte?
     15O la vita, o la morte?

     Tir.Porto salute, e vita; s’ardirai
     Di farti loro incontra: ma fa d’uopo
     D’esser un uom Aminta, un uom ardito.

     Am.Qual ardir mi bisogna, e’ncontra a cui?
     Tir.20Se la tua Donna fosse in mezz’un bosco,
     Che, cinto intorno d’altissime rupi,
     Desse albergo a le tigri, ed a’ leoni;
     V’andresti tu?
     Am.     V’andrei sicuro, e baldo,
     Più che di festa villanella al ballo.

[p. 42 modifica]

     Tir.25E, s’ella, fosse tra ladroni, ed armi;
     V’andresti tu?
     Am.     V’andrei più lieto, e pronto,
     Che l’assetato cervo a la fontana.

     Tir.Bisogna a maggior prova ardir più grande.
     Am.Andrò per mezzo i rapidi torrenti,
     30Quando la neve si discioglie, e gonfi
     Li manda al mare: andrò per mezzo’l foco,
     E ne l’Inferno, quando ella vi sia,
     S’esser può Inferno, ov’è cosa sì bella.
     Orsù, scuoprimi il tutto.
     Tir.     Odi.     Am.     Di’ tosto.
     Tir.35Silvia t’attende a un fonte, ignuda, e sola.
     Ardirai tu d’andarvi?
     Am.     Oh, che mi dici?
     Silvia m’attende ignuda, e sola?
     Tir.     Sola.
     Se non quanto v’è Dafne, ch’è per noi.

     Am.Ignuda ella m’aspetta?     Tir.     Ignuda: ma,
     Am.40Ohimè, che Ma? Tu taci, tu m’uccidi.
     Tir.Ma non sa già, che tu v’abbi d’andare.
     Am.Dura conclusion, che tutte attosca
     Le dolcezze passate. Or, con qual’arte,
     Crudel, tu mi tormenti?
     45Poco dunque ti pare,
     Che infelice io sia,
     Che a crescer vieni la miseria mia?

     Tit.S’à mio senno farai, sarai felice.
     Am.E che consigli?     Tir.     Che tu prenda quello,
     50Che la fortuna amica t’appresenta.

     Am.Tolga Dio, che mai faccia
     Coſa, che le dispiaccia:

[p. 43 modifica]

     Cosa, io non feci mai, che le spiacesse
     Fuor che l’amarla: e questo a me fu forza,
     55Forza di sua bellezza, e non mia colpa.
     Non sarà dunque ver, ch’in quanto io posso
     Non cerchi compiacerla.
     Tir.     Or mai rispondi:
     Se fosse in tuo poter di non amarla,
     Lasciaresti d’amarla, per piacerle?

     Am.60Né questo mi consente Amor, ch’io dica,
     Né ch’imagini pur d’aver già mai
     A lasciar il suo amor, bench’io potessi.

     Tir.Dunque tu l’ameresti al suo dispetto,
     Quando potessi far di non amarla.

     Am.65Al suo dispetto no, ma l’amerei.
     Tir.Dunque fuor di sua voglia.     Am.     Sì per certo.
     Tir.Perché dunque non osi oltra sua voglia
     Prenderne quel, che, se ben grava in prima,
     Al fin, al fin le sarà caro, e dolce,
     70Che l’abbi preso?
     Am.     Ahi, Tirsi, Amor risponda
     Per me; che, quanto a mezz’il cor mi parla,
     Non so ridir. Tu troppo scaltro sei
     Già per lungo uso a ragionar d’Amore:
     A me lega la lingua
     75Quel, che mi lega il core.

     Tir.Dunque andar non vogliamo?     Am.     Andare io voglio,
     Ma non dove tu stimi.
     Tir.     E dove?     Am.     A morte;
     S’altro in mio pro non hai fatto, che quanto
     Ora mi narri.
     Tir.     E poco parti questo?
     80Credi tu dunque, sciocco, che mai Dafne

[p. 44 modifica]

     Consigliasse l’andar, se non vedesse
     In parte il cor di Silvia? E forse ch’ella
     Il sa, né però vuol, ch’altri risappia,
     Ch’ella ciò sappia. Or, se’l consenso espresso
     85Cerchi di lei, non vedi, che tu cerchi
     Quel che più le dispiace? Or, dove è dunque
     Questo tuo desiderio di piacerle?
     E, s’ella vuol, che’l tuo diletto sia
     Tuo furto, o tua rapina, e non suo dono,
     90Né sua mercede: a te, folle, che importa
     Più l’un modo, che l’altro?
     Am.     E chi m’accerta,
     Che il suo desir sia tale?
     Tir.     Oh mentecatto!
     Ecco, tu chiedi pur quella certezza,
     Ch’a lei dispiace, e dispiacer le deve
     95Dirittamente, e tu cercar non déi.
     Ma, chi t’accerta ancor, che non sia tale?
     Or s’ella fosse tale? E non v’andassi?
     Eguale è il dubbio, e’l rischio. Ahi, pur è meglio
     Come ardito morir, che come vile.
     100Tu taci: tu sei vinto. Ora confessa
     Questa perdita tua, che sia cagione
     Di vittoria maggiore. Andianne.
     Am.     Aspetta.
     Tir.Che, Aspetta? non sai ben, che’l tempo fugge?
     Am.Deh, pensiam pria, se ciò dee farsi, e come.
     Tir.105Per strada peserem ciò che vi resta:
     Ma nulla fa, chi troppe cose pensa.