Pagina:Tasso - Aminta, Manuzio, 1590.djvu/52


scena terza. 43

     Coſa, io non feci mai, che le spiaceſſe
     Fuor che l’amarla: e queſto à me fù forza,
     55Forza di ſua bellezza, e non mia colpa.
     Non ſarà dunque ver, ch’in quanto io poſſo
     Non cerchi compiacerla.
     Tir.     Hor mai rispondi:
     Se foſſe in tuo poter di non amarla,
     Laſciaresti d’amarla, per piacerle?

     Am.60Nè queſto mi conſente Amor, ch’io dica,
     Nè ch’imagini pur d’hauer già mai
     À laſciar il ſuo amor, bench’io poteſſi.

     Tir.Dunque tu l’ameresti al ſuo dispetto,
     Quando poteſſi far di non amarla.

     Am.65Al ſuo dispetto nò, ma l’amerei.
     Tir.Dunque fuor di ſua voglia.     Am.     Si per certo.
     Tir.Perche dunque non oſi oltra ſua voglia
     Prenderne quel, che, ſe ben graua in prima,
     Al fin, al fin le ſarà caro, e dolce,
     70Che l’habbi preſo?
     Am.     Ahi, Tirſi, Amor risponda
     Per me; che, quanto à mez’il cor mi parla,
     Non sò ridir. tu troppo ſcaltro ſei
     Già per lungo uſo à ragionar d’Amore:
     À me lega la lingua
     75Quel, che mi lega il core.

     Tir.Dunque andar non vogliamo?     Am.     Andare io voglio,
     Ma non doue tu ſtimi.
     Tir.     E doue?     Am.     À morte;
     S’altro in mio prò non hai fatto, che quanto
     Hora mi narri.
     Tir.     E poco parti queſto?
     80Credi tu dunque, ſciocco, che mai Dafne


     Cosa, io non feci mai, che le spiacesse
     Fuor che l’amarla: e questo a me fu forza,
     55Forza di sua bellezza, e non mia colpa.
     Non sarà dunque ver, ch’in quanto io posso
     Non cerchi compiacerla.
     Tir.     Or mai rispondi:
     Se fosse in tuo poter di non amarla,
     Lasciaresti d’amarla, per piacerle?

     Am.60Né questo mi consente Amor, ch’io dica,
     Né ch’imagini pur d’aver già mai
     A lasciar il suo amor, bench’io potessi.

     Tir.Dunque tu l’ameresti al suo dispetto,
     Quando potessi far di non amarla.

     Am.65Al suo dispetto no, ma l’amerei.
     Tir.Dunque fuor di sua voglia.     Am.     Sì per certo.
     Tir.Perché dunque non osi oltra sua voglia
     Prenderne quel, che, se ben grava in prima,
     Al fin, al fin le sarà caro, e dolce,
     70Che l’abbi preso?
     Am.     Ahi, Tirsi, Amor risponda
     Per me; che, quanto a mezz’il cor mi parla,
     Non so ridir. Tu troppo scaltro sei
     Già per lungo uso a ragionar d’Amore:
     A me lega la lingua
     75Quel, che mi lega il core.

     Tir.Dunque andar non vogliamo?     Am.     Andare io voglio,
     Ma non dove tu stimi.
     Tir.     E dove?     Am.     A morte;
     S’altro in mio pro non hai fatto, che quanto
     Ora mi narri.
     Tir.     E poco parti questo?
     80Credi tu dunque, sciocco, che mai Dafne

F     2         Con-