Lascia, Cilla gentil, lascia disciolte
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Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Leone Sempronio
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ALLA SUA DONNA
nell’atto che annoda le trecce
Lascia, Cilla gentil, lascia disciolte
le ricciutelle tue fila divine,
ché, ben che sparso e ben che sciolto, avvolte
ha pur mill’alme entr’i suoi lacci un crine.
Non voler di tue chiome aurate e fine
catenelle intrecciar lucide e folte;
lasciale pur su ’l bianco collo incólte
prezïose formar belle ruine.
Quanto è piú cólto un crin, tanto piú spiace;
ma quanto è lento piú, piú l’alme allaccia,
e quanto s’orna men, tanto piú piace.
E se treccia vuoi far, treccia si faccia;
ma si faccia fra noi treccia tenace,
non del tuo crin, ma de le nostre braccia.