Alla memoria di Guglielmo Toaldi Professore nel Ginnasio-Liceo di Vicenza

Giacomo Zanella

1868 Indice:Versi di Giacomo Zanella.djvu Poesie letteratura Alla memoria di Guglielmo Toaldi Professore nel Ginnasio-Liceo di Vicenza Intestazione 24 dicembre 2011 100% Poesie

Questo testo fa parte della raccolta Versi di Giacomo Zanella


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ALLA MEMORIA

DI GUGLIELMO TOALDI

professore nel ginnasio-liceo di vicenza.

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     Se sui cardini udissi all’improvviso
Strider la porta, e come desto a’ passi
D’uom non atteso, rivolgendo il viso
                             4Io ti mirassi;

     Io ti mirassi a me dinanzi ritto
Coll’usato sembiante e colle vesti
Con cui gli ultimi, presso al tuo tragitto,
                             8Baci mi desti;

     Meraviglia o terror già non avrei
Come al cospetto di defunta salma.
Così vivo ti pinge agli occhi miei
                             12Memore l’alma!

     Io ti ho sempre vicino e ti favello
E gli amorosi tuoi consigli ascolto;
E ben poco mi par quel che l’avello
                             16Di te mi ha tolto.

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     Non è ver, mio diletto? Il solo frale
Sente del marmo che l'accerchia, il peso;
Ma contro miglior alba agita l'ale
                             20Lo spirto illeso.

     Ne’ giorni andati, o da volume aperto
Togliendo gli occhi, o sulla sera al blando
Alito estivo per sentier deserto
                             24L’orme mutando,

     Quante fïate noi parlammo insieme
Di questo infido trapassar dell'ore,
E di nascosa sovrumana speme
                             28Nudrimmo il core!

     A noi la vita non sembrava un gioco
Vano, volgar; ma di non fral natura
Nobil metallo che scaldato al foco
                             32Della sventura,

     Del dolor sotto i colpi e nel lavacro
De’ nostri pianti ritemprato assume
Glorïose sembianze e simulacro
                              36Fassi di nume.

     Tu, beato scultor, sorger già vedi
L’effigie tua d’eternità nel tempio;
E di là scendi a noi che festi eredi
                             40D’inclito esempio.

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     Di noi, d’Italia che ti sembra? Al vago
Segreto presagir che il tuo pensiero
Iva allegrando di superba immago,
                            44Risponde il vero?

     Pari a quel nostro antiveder ti sembra
L’amata patria? O, lo stranier respinto
E in un raccolte le divise membra,
                             48Non tutto ha vinto?

     O caro spirto, che vivendo a’ fiumi
Puri guidavi de’ garzoni il coro;
Né bello ti parea senza i costumi
                             52Puri l’alloro;

     Itali giovanetti a stuolo a stuolo
Sovra campo volâr di stragi orrendo,
E da barbara possa il patrio suolo
                             56Francâr morendo.

     Ma del sangue gentil piena la mèsse
Già non fia, se i superstiti non move
Emula fiamma sovra le orme istesse
                             60Ad altre prove;

     Se di maschil pudore e di bei studi
In duro agon non crescono nudriti;
E più schermo non fanno agli ozî ignudi
                             64De’ vanti aviti.