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alla memoria di guglielmo toaldi. |
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Non è ver, mio diletto? Il solo frale
Sente del marmo che l'accerchia, il peso;
Ma contro miglior alba agita l'ale
20Lo spirto illeso.
Ne’ giorni andati, o da volume aperto
Togliendo gli occhi, o sulla sera al blando
Alito estivo per sentier deserto
24L’orme mutando,
Quante fïate noi parlammo insieme
Di questo infido trapassar dell'ore,
E di nascosa sovrumana speme
28Nudrimmo il core!
A noi la vita non sembrava un gioco
Vano, volgar; ma di non fral natura
Nobil metallo che scaldato al foco
32Della sventura,
Del dolor sotto i colpi e nel lavacro
De’ nostri pianti ritemprato assume
Glorïose sembianze e simulacro
36Fassi di nume.
Tu, beato scultor, sorger già vedi
L’effigie tua d’eternità nel tempio;
E di là scendi a noi che festi eredi
40D’inclito esempio.