Alcuni ritratti di donne illustri delle provincie veneziane/Cassandra Fedele
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Veneziana
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veneziana.
Va annoverata tra le italiche donne più dotte e più famigerate. Da originaria famiglia milanese nacque l’anno 1465, e fin da giovanetta sentì molto avanti nelle greche e latine lettere, avendo in ispezieltà le muse latine tanto propizie, che di frequente improvisava versi bellissimi, accompagnandoli essa medesima sulla cetra. La eloquenza, la storia, la teologia, la povera filosofia de’ suoi dì le procacciarono mezzo di rendersi celebre e riverita, e lo fu a segno, che giudicata venne emula delle antiche sapienti. Giovanni Bellino fece il suo ritratto in età di anni sedici. Il Poliziano si recò a bella posta in Venezia per conoscerla, confessando poi che rimaneasi in dubbio se a confronto del prodigioso Pico dalla Mirandola dovesse concederle il primo seggio. Voleanla alla loro corte i sovrani delle Spagne Ferdinando ed Isabella, ma la repubblica di Venezia comandò, che la patria non restasse orba di sì strenuo ornamento. Cinta di alloro recitò Orazioni nella Università di Padova, ed altre al cospetto del doge e del senato. Al cospetto di Bona, regina di Polonia, venuta a Venezia, recitò, quantunque in età di 90 anni, tal conclone da meritarsi issofatto lo splendido dono di una ricca collana d’oro; ed altre onorificenze ottenne da re e da pontefici, co’ quali ebbe frequente carteggio. Altro non ci è rimasto di tanto suo sapere se non che qualche Orazione, varie Epistole, e pochi altri frammenti in versi ed in prosa. Ebbe a marito Giammaria Mapelli, medico vicentino, da cui non ottenne mai prole, e con cui passò a vivere per qualche anno in Creta. Rimasta vedova e povera nel 1521, riparossi a’ recessi dello studio e della religione, e fu direttrice di un ritiro ospitaliere a S.Domenico di Castello, sin a tanto che giunse l’ultima sua ora l’anno 1558, contando (secondo lo Zeno in sua lettera all’abate Parisotti del dì 16 luglio, 1740) 93 anni di età. Fu onorata di mausoleo e di elogi da’ suoi contemporanei Barbaro, Sabellico, Augurello. Il francese Thomas, l’italiano Tiraboschi, il nostro Marco Foscarini, l’inglese Roscoe la ricordarono tutti con ammirazione; e Maria Petrettini, nobile corcirese, ne scrisse forbitamente la vita. Da ultimo parlò di lei con patrio entusiasmo la vivente dipintrice ingegnosa delle costumanze veneziane, Giustina Renier Michiel, in una delle briose sue Feste Veneziane.