Alcune lettere familiari/Al medesimo III
Questo testo è completo. |
◄ | Al medesimo II | Al medesimo IV | ► |
al medesimo.
La lettera smarrita non conteneva altro che inchiostro, ma io la scrissi. Il signor Nicolò suo zio mi disse qui come il figliuoletto si era imbarcato: il tempo non mi pare reo, egli è però bene accompagnato: sarà in un baleno fra i sette colli, là dove, secondo me, per la sua età sia migliore stanza che la piazza dei banchi. Dio benedetto l'averà in guardia secondo sua bontà e nostre preghiere, nè si dee credere che, avendolo adornalo di singolare aspetto, lo voglia lasciare fra le comunali creature. A me molte faccende famigliari fanno forza e mi ritengono, e dovendo uscire di casa a quaresima, convienmi ordinarle. Di più estrema età mi consiglia a governarmi con ogni regola, per avere vigore di viaggiare. E veramente la vecchiezza fino a qui hammi minacciato, ma ornai ella mi percote, nè posso placarla, salvo con ubbidirle. Per altro affermo, che la stanza di Savona emmi un tormento, avvegnaché l'aria mi piaccia. Il ragionamento della Bellezza hollo in testa, ma non mai lo posi in carta, nè credo averò opportunità di porverlo. Ben dico che non sento l'abbandonamento dell'Accademia, ma esaminando i modi ed i negozj di cotesta città, parmi maraviglia ch'ella sia durata cotanto. Tuttavia quanto le imprese sono più malagevoli, più ci danno loda quando si conducono bene. Altro non dirò, salvo che pregherò che faccia scusa mia con celeste signore, se al loro primo cenno non ubbidisco, e non voglino per niente argomentare da questa disubbidienza, ritrosia d'animo in me verso i loro comandamenti. Anzi conchiudano e dicano: è impossibile ch’egli possa venire, poich’egli non viene chiamato da noi. Mi chiamino almeno a’ loro conviti carnovaleschi, ma col bicchiere in mano: io ingannerommi col pensiero, e sarò tra loro invisibilmente, e con lo spirito gioirò. E con questo prego loro ogni contentezza.
Di Savona, lì 24 gennajo, 1632.