Ai labri miei, quando piú gela il verno

Giovan Francesco Maia Materdona

Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu Sonetti Letteratura XXI. La verdea di Firenze Intestazione 2 agosto 2022 100% Da definire

Vedi, non che cader, precipitare Ahi mondo, ahi senso! or ve' qui tanti e tanti
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Francesco Maia Materdona
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XXI

LA VERDEA DI FIRENZE

     Ai labri miei, quando piú gela il verno,
l’alma cittá, cui dánno il nome i fiori,
offre un sacro licor che tra i licori
serba vanto superbo e pregio eterno.
     Nei suoi color le liquid’ambre scerno,
cedono agli odor suoi gli arabi odori,
sembran tasso ed assenzio ai suoi sapori
chiarello, albano, asprin, greco o falerno.
     Ben questa esser dovea l’ambrosia eletta
che ’l cor di Giove e de gli dèi pascea,
poi ch’ella tanto inebrïando alletta;
     o questa del piacer la «vera idea»,
d’Arno o la «vera dea», che poi fu detta
di «ver’idea», di «vera dea», «verdea».