Ahi mondo, ahi senso! or ve' qui tanti e tanti
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Ai labri miei, quando piú gela il verno | La bella Elisa arava | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Francesco Maia Materdona
XXII
NELL’OSPEDALE DEGL’INCURABILI DI NAPOLI
Ahi mondo, ahi senso! or ve’ qui tanti e tanti
in tende anguste, ancorché auguste, accolti!
Di profana beltá fûr tutti amanti,
tanto or tristi e meschin quanto pria stolti.
Per picciol riso hann’or continui pianti,
portan l’inferno ai cor, la morte ai volti,
vita speranti no, vita spiranti,
morti vivi e cadaveri insepolti.
Questi è in preda al martir, quegli al furore,
un suda, un gela, un stride, un grida, un freme,
un piange, un langue, un spasma, un cade, un more.
Quinci impara, o mortal: dolce è l’errore,
breve è ’l gioir; ma pene amare estreme
dá spesso al corpo, eterne sempre al core.