Ahi mondo, ahi senso! or ve' qui tanti e tanti

Giovan Francesco Maia Materdona

Indice:AA. VV. - Lirici marinisti.djvu Sonetti Letteratura XXII. Nell'ospedale degli incurabili di Napoli Intestazione 2 agosto 2022 100% Da definire

Ai labri miei, quando piú gela il verno La bella Elisa arava
Questo testo fa parte della raccolta Poesie di Giovan Francesco Maia Materdona
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XXII

NELL’OSPEDALE DEGL’INCURABILI DI NAPOLI

     Ahi mondo, ahi senso! or ve’ qui tanti e tanti
in tende anguste, ancorché auguste, accolti!
Di profana beltá fûr tutti amanti,
tanto or tristi e meschin quanto pria stolti.
     Per picciol riso hann’or continui pianti,
portan l’inferno ai cor, la morte ai volti,
vita speranti no, vita spiranti,
morti vivi e cadaveri insepolti.
     Questi è in preda al martir, quegli al furore,
un suda, un gela, un stride, un grida, un freme,
un piange, un langue, un spasma, un cade, un more.
     Quinci impara, o mortal: dolce è l’errore,
breve è ’l gioir; ma pene amare estreme
dá spesso al corpo, eterne sempre al core.