Ahimè, Comun, come conciar ti veggio
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Questo testo fa parte della raccolta Rime scelte di poeti del secolo XIV/Antonio Pucci
Ahimè, Comun, come conciar ti veggio
Sì dagli oltramontan sì da’ vicini
E maggiormente da’ tuoi cittadini,
4Che ti dovrìen tenere in alto seggio!
Chi più ti de’ onorar, quel ti fa peggio;
Legge non v’ha che per te si declini:
8Co’ raffi con la sega e con gli uncini
Ognun s’ingegna di levarne scheggio;
Chè pel non ti riman che ben ti voglia:
Chi ti to’ la bacchetta e chi ti scalza,
11Chi ’l vestimento stracciando ti spoglia.
Ognun lor pena sopra te rimbalza:
E nïun è che pensi di tua doglia,
14O s’ tu dibassi, quando sè rinalza;
Ma ciascun ti rincalza:
Molti governator per te si fanno,
17E finalmente son pure a tuo danno.