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Ringraziamenti, metodologia, fonti consultate e riferimenti bibliografici

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Ringraziamenti, metodologia, fonti consultate e riferimenti bibliografici
Epilogo
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Ringraziamenti, metodologia, fonti consultate e riferimenti bibliografici

Ringraziamenti

Questo libro è nato per ricordare – a dieci anni esatti di distanza dalla sua tragica morte – uno dei più creativi, visionari e interessanti profili di hacker, scienziato e pensatore, che ancora oggi è capace di ispirare tante persone che operano nel mondo digitale.

Un ringraziamento va, in primis, a Paola Galimberti, della mia Università, che si è subito appassionata al libro e che mi ha aiutato nella verifica del testo e dei fatti, e nel confronto, capitolo per capitolo, di tantissimi aspetti della prima stesura. A lei devo, anche, il prezioso contatto con la Milano University Press, l’onore di poter pubblicare con loro quest’opera e la possibilità di divulgare in open access il presente testo.

Le attività di ricerca alla base di questo libro sono state portate avanti per tutto il 2022 nel mio Centro di Ricerca in “Information Society Law” dell’Università degli Studi di Milano: Pierluigi Perri, Paulina Kowalicka, Maria Grazia Peluso, Giulia Pesci, Gabriele Suffia e Samanta Stanco mi hanno aiutato nel processo di redazione e nella correzione delle bozze.

Un piccolo team di studiose e studiosi di Aaron Swartz e delle tematiche a lui connesse ha letto in anteprima il manoscritto nella sua prima versione e mi ha fornito suggerimenti preziosi e critiche puntuali. Grazie, in particolare, a Carola Frediani, ad Anna Masera, ad Antonio Pavolini, a Fabio Chiusi, a Frieda Brioschi, a Philip Di Salvo, a Yvette Agostini, a Flavia Marzano e ad Agnese Addone, a Giovanni Boccia Artieri, ad Alex Orlowski, a Roberto Scano, a Vittorio Pasteris, a Massimo Canducci e a Francesca De Benedetti. Ovviamente, tutte le imperfezioni e gli errori sono di mia, unica responsabilità. La foto in copertina è una gentile concessione di Barbara Lacchini (su Instagram: barbara_lacchini).


Metodologia

La stesura del libro ha avuto inizio con l’analisi accurata degli atti processuali e degli scritti di Aaron.

Ho dato, in un certo senso, la priorità ai documenti ufficiali e alla sua voce, per narrare i fatti in una modalità che fosse la più possibile autorevole. [p. 236 modifica] Ho pescato a piene mani, in particolare, dal suo blog, dai documenti rilasciati dall’FBI e dalle autorità e dalle quasi duecento pagine del rapporto interno del MIT.

Ho, poi, scelto di analizzare tutto il dibattito generato dagli studiosi e dalla stampa cercando, però, di selezionare con cura le posizioni e lasciando, sempre, al lettore la riflessione finale ed eventuali giudizi.

La traduzione dall’inglese in italiano di tutti i testi, post, articoli, atti processuali e lettere è opera mia, e ho preferito tradurre nuovamente molti testi, anche qualora fossero disponibili già tradotti in lingua italiana.

Spesso, ho adattato il testo e i termini alla realtà processuale o sociale italiana, o al contesto narrativo informale, prendendomi la libertà di cambiare alcuni termini, ma senza mai alterare il senso dei periodi o il pensiero degli autori e delle autrici.

In alcuni passaggi, come nel Prologo o nelle parti finali, ho cercato di immaginare determinare situazioni, spaziando un po’ nella direzione della fiction ma, sempre, cercando di mantenere la massima aderenza ai fatti.


Fonti consultate

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Aaron Swartz’s FBI Files, University of Nebraska, Lincoln, 2014.

T. Carmody, Memory to myth: tracing Aaron Swartz, in The Verge, 22 gennaio 2013.

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J. Peters, The Idealist, in Slate, 7 febbraio 2013. [p. 237 modifica] B. Parrella e A. Zanni (a cura di), Aaron Swartz. Una vita per la cultura libera e la giustizia sociale, 22 febbraio 2005, all’indirizzo https://aaronswartztributo.tumblr.com

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J. Kopfstein, Anonymous replaces MIT websites with Aaron Swartz memorial, calls for copyright reform, in The Verge, 14 gennaio 2013.

J. Kopfstein, Congresswoman proposes amendment to anti-hacking law in the wake of Aaron Swartz’s death, in The Verge, 15 gennaio 2013.

A. Toor, Anonymous keeps Westboro Baptist Church from picketing Aaron Swartz funeral, in The Verge, 16 gennaio 2013.

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T. Carmody, WikiLeaks claims Aaron Swartz was an ally and possible source, breaking anonymity, in The Verge, 19 gennaio 2013.

T. Carmody, Aaron Swartz memorial evokes strong emotions and political urgency, in The Verge, 19 gennaio 2013.

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Aaron Swartz, all’indirizzo https://www.internethalloffame.org/inductees/aaron-swartz.

Swartz, Aaron, all’indirizzo https://www.treccani.it/enciclopedia/aaron-swartz/. Aaron Swartz, all’indirizzo http://www.aaronsw.com/. [p. 242 modifica]
Riferimenti bibliografici nel testo

Prologo

I fatti narrati sono tratti, direttamente, dal fascicolo dell’FBI su Aaron Swartz e Carl Malamud che l’agenzia fu costretta a rilasciare, e rendere pubblico, a seguito di una specifica richiesta in base al FOIA, la normativa nordamericana sul diritto alla trasparenza. Alcuni passaggi sono stati semplificati ma, sempre, mantenendo una stretta fedeltà agli accadimenti.

Le vicende di Karl Koch e del Chaos Computer Club sono narrate in H-C. Schmid e M. Gutmann, 23 – La storia dell’hacker Karl Koch, tr. it. Shake Edizioni, Milano, 2001. Ne ho parlato anche in G. Ziccardi, Hacker - Il richiamo della libertà, Marsilio, Venezia, 2011, e, più di recente, in G. Ziccardi, Diritti Digitali, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2022.

Gli autori della Trilogia degli Illuminati sono Robert Shea e Robert Anton Wilson. Si trovano numerose edizioni, in tutte le lingue, a partire dal 1975. I romanzi saranno poi riuniti in una trilogia a partire dal dal 1984. Si veda, ad esempio, l’edizione in lingua inglese del 1994 dell’editore Little, Brown Book Group.

L’episodio della proiezione privata di WarGames fatta all’allora Presidente degli Stati Uniti d’America è citata, tra gli altri, in K. Bankston, How Sci-Fi Like ‘WarGames’Led to Real Policy During the Reagan Administration, in New America, 11 ottobre 2018, ancora consultabile all’indirizzo https://www.newamerica.org/weekly/how-sci-fi-wargames-led-real-policy-during-reagan-administration/

Il post di Aaron dal titolo “Wanted by the FBI”, citato e da me tradotto nel libro, è ancora consultabile sul suo blog all’indirizzo http://www.aaronsw.com/weblog/fbifile


I PRIMI VENT’ANNI

Capitolo I

Il post di Aaron “It’s always cool to run”, citato e da me tradotto nel capitolo, è ancora disponibile in Internet all’indirizzo http://www.aaronsw.com/weblog/000101

Il post di Aaron dal titolo “Tony Collen: Personally, I think”, citato e da me tradotto nel capitolo, è ancora disponibile in Internet all’indirizzo http://www.aaronsw.com/weblog/000107 [p. 243 modifica]

The Hacker Manifesto di The Mentor, pubblicato su Phrack!, citato e da me tradotto nel capitolo, è ancora consultabile a questo indirizzo.

Il post di Aaron “Boston Trip Story”, citato e da me tradotto nel capitolo, è ancora consultabile qui.

Il post con la commemorazione di Aaron da parte del professor Philip Greenspun, citato e da me tradotto nel capitolo, è ancora consultabile a questo indirizzo-.

L’intervista, e il ricordo, di Rolando Lemos di Creative Commons Brasile, citati e da me tradotti nel capitolo, sono ancora consultabili nell’articolo “My Email Exchange With Aaron Swartz Shows An Original Thinker”, pubblicato su Fast Company a questo indirizzo

Capitolo II

Il TED di Tim Berners-Lee più celebre, e di cui ho citato e tradotto alcuni passaggi, è intitolato “The Next Web” ed è facilmente reperibile su YouTube.

Le frasi di ricordo di Lisa Rein dedicate ad Aaron, da me citate e tradotte nel capitolo, sono prese dal suo talk “Lisa Rein’s Opening Remarks at Aaron Swartz’s Day at the Internet Archive” del 2014 e sono ancora disponibili qui

I ricordi di Aaron a firma, e a voce, di Cory Doctorow, da me citati e tradotti nel capitolo, sono tratti dai contenuti della sezione del suo sito Boing Boing dedicata a commemorarlo, e sono ancora disponibili qui

Capitolo III

Il post di Aaron intitolato “Aaron joins Creative Commons as RDF Advisor”, da me citato e tradotto nel capitolo, è ancora reperibile qui

Il post di Aaron intitolato “To the Courthouse”, citato e da me tradotto nel capitolo, è ancora disponibile qui [p. 244 modifica]

Il post di Aaron intitolato “Mr. Swartz goes to Washington”, citato e da me tradotto nel capitolo, è ancora disponibile qui

L’intervista di Lawrence Lessig apparsa su WIPO Magazine, citata e da me tradotta nel capitolo, è ancora disponibile a questo indirizzo

L’articolo di Coleen Walsh sulla Harvard Gazette, citato e da me tradotto nel capitolo, è pubblicato a questo link

L’articolo di Caroline Kitchener su The Atlantic “Mentorship Cut Short by Suicide”, da me citato e tradotto nel capitolo, è disponibile a questo indirizzo

Capitolo V

Il post di Aaron “I love the University”, da me citato e tradotto nel capitolo, è disponibile qui

Il post di Aaron “Announcing the Open Library”, da me citato e tradotto nel capitolo, è consultabile qui

Capitolo VI

Il post di Aaron “A Non-Programmer’s Apology”, da me citato e tradotto nel capitolo, è consultabile a questo indirizzo


L’ATTIVISMO TECNOLOGICO E POLITICO


Capitolo VII

Il post di Aaron “Welcome, watchdog.net”, da me citato e tradotto nel capitolo, è consultabile a questo indirizzo

L’annuncio originario di Aaron, da me citato e tradotto, è ancora disponibile sul sito della Sunlight Foundation [p. 245 modifica]

La frase di David Segal citata e da me tradotta è tratta dal più volte citato libro-raccolta degli scritti di Aaron (“A. Swartz, The boy who could change the world. The writings of Aaron Swartz, The New Press, 2015”).

Capitolo VIII

L’Internet Archive custodisce il testo completo del Guerrilla Open Access Manifesto a questo indirizzo

La dichiarazione di indipendenza del ciberspazio di John Perry Barlow è consultabile qui

Il post di Aaron “Arrgh, pirates”, da me citato e tradotto nel capitolo, è consultabile a questo indirizzo

L’articolo di Aaron “Counterpoint: Downloading Isn’ t Stealing”, da me citato e tradotto nel capitolo, è a questo link

L’articolo di Lawrence Lessig apparso su The Industry Standard è stato pubblicato il 9 aprile del 1999 e reca il titolo “The Code is Law”.

Capitolo IX

Il quotidiano The New York Times narrò della vicenda PACER nell’articolo del 12 febbraio 2009 intitolato “An Effort to Upgrade a Court Archive System to Free and Easy”, ancora consultabile in rete a questo indirizzo

Capitolo X

Il libro citato all’inizio del capitolo, che ebbe molta influenza negli ambienti dell’attivismo di allora, è D. Karpf, The MoveOn Effect: The Unexpected Transformation of American Political Advocacy, Oxford University Press USA, 2012.

Capitolo XI

Il post di Aaron intitolato “Markdown”, del 19 marzo 2004, da me citato e tradotto nel capitolo, è ancora consultabile qui

Capitolo XII

Nel capitolo, descrivo l’approccio di Aaron in difesa dell’anonimato, mi riferisco ai contenuti del suo post del 24 ottobre 2008 dal titolo “In Defense of Anonimity”, ancora consultabile qui [p. 246 modifica]

I CASI GIUDIZIARI

Capitolo XIV

L’articolo di Wired dell’11 dicembre 2008 “Online Rebel Publishes Millions of Dollars in U.S. Court Records for Free”, da me citato e tradotto nel testo, è ancora in linea a questo indirizzo

L’articolo di The New York Times del 12 febbraio 2009 intitolato “An Effort to Upgrade a Court Archive System to Free and Easy”, da me citato e tradotto nel testo, è ancora disponibile online a questo indirizzo

Capitolo XVI

Il report del MIT con l’esito dell’indagine interna sul caso di Aaron, da me citato e tradotto (non integralmente) nel capitolo, è consultabile a questo indirizzo

Capitolo XVIII

L’articolo commemorativo di Quinn Norton “Life Inside the Aaron Swartz Investigation” del 4 marzo 2013, da me citato e tradotto nel capitolo, è ancora disponibile a questo indirizzo

L’articolo di The Guardian a firma di Amanda Holpuch del 7 marzo 2013 dal titolo “Eric Holder defends Aaron Swartz hacking prosecution”, dove si difende l’operato dell’accusa, è ancora consultabile a questo indirizzo

La pagina della EFF contenente il documento “Questions the Senate Should Ask At Tomorrow’s Briefing on the Aaron Swartz Prosecution”, con i quesiti da porre a Holder dopo il caso, è ancora consultabile online [a questo indirizzo

La trascrizione dell’accorata intervista di Lawrence Lessig alla giornalista “Democracy Now” del 14 gennaio 2013, da me citata e tradotta nel capitolo, è ancora disponibile a questo indirizzo

L’articolo commemorativo di Danah Boyd dal titolo “Processing the loss of Aaron Swartz” del 13 gennaio 2013, da me citato e tradotto nel capitolo, [p. 247 modifica]

è ancora disponibile online a questo indirizzo

Con riferimento alle testimonianze e ai ricordi di Taren Stinebrickner-Kaufmann, si veda il post del 4 febbraio 2013, da me citato e tradotto nel capitolo, dal titolo “Why Aaron died”, ancora consultabile online a questo indirizzo

La poesia commemorativa che Brewster Kahle ha dedicato ad Aaron, “Howl for Aaron Swartz”, riportata nel capitolo in lingua originale, è consultabile a questo indirizzo

L’EREDITÀ

Capitolo XIX

Il post di Aaron del 1° giugno 2006, intitolato “Legacy” è consultabile, in lingua originale al seguente indirizzo

La trascrizione del talk di Aaron “How To Get a Job Like Mine” è consultabile, in lingua originale, sul sito di Outlook India a questo indirizzo

Capitolo XX

The Internet’s Own Boy è un documentario del 2014, della durata di 120 minuti, scritto, girato e prodotto da Brian Knappenberger. Versioni complete del documentario sono disponibili (anche) su YouTube.

Gli articoli di Swartz sono raccolti in A. Swartz, The boy who could change the world. The writings of Aaron Swartz, The New Press, 2015.

L’articolo di Malcom Harris “Reading Everything Aaron Swartz Wrote” del 29 dicembre 2015, pubblicato su The New Republic, è consultabile in lingua originale a questo indirizzo

Capitolo XXI

Il post del blog di Aaron intitolato “Jefferson: Nature Wants Information to Be Free” è disponibile a questo indirizzo

I tre principi di Sci_Hub sono consultabili hub.hkvisa.net in home page

I post citati nel capitolo che Aaron ha dedicato a Wikipedia sono i seguenti: