Volo di corvi
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
CX
VOLO DI CORVI
M’esce un pensier dal capo, e fa sovente
come il corvo dell’arca: al vento infido
apre le penne, e, naufrago o fuggente
chi sa per dove, piú non torna al nido.
Mando un altro a cercarlo: ei mette un grido,
e al par dilegua, e piú non se ne sente.
Nel flutto immenso, o su l’immenso lido,
anch’egli è morto, o di tornar si pente.
Questi vani pensier, pallidi e torvi:
senza subbietto, in veritá son pari
a sinistro e infedel volo di corvi.
Cadon nell’ombra; e, se a l’asil nativo,
per caso, alcun di lor torna dai mari,
non mi porta giammai fronda d’olivo.