Galatea (Prati)
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
CXI
GALATEA
Pigmalion, nello abbracciarti in pietra,
spirar ti fece, e, Galatea, tu vivi;
e te le verdi selve, e i glauchi rivi,
e il purpureo nettuno, e il candid’etra,
e te chiaman del pari Ida e Libctra,
e le vergini flore, e i fauni divi,
e il romano pomerio, e i templi argivi,
e il grande Olimpo, e di Marón la cetra.
Augelletto non canta in questi rami,
non mormora ruscel sotto quest’erba,
che te, te sempre, Galatea, non chiami.
Bella, nuda, fuggiasca, il piè stillante,
e fra i turbati salici superba
forse dei baci d’un divino amante.