Vocabolario degli accademici della Crusca (1623)/Dedica

Dedica

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Vocabolario degli accademici della Crusca (1623) A' Lettori


[p. iii modifica]
ALL'ILLVSTRISSIMO,
E REVERENDISSIMO
Signore, e Patron nostro Colendissimo,
IL SIG. CARDINAL BARBERINO.



Ichiedeua la'nclinazione, e obbligo naturale, che insieme con l'amore crescesse in noi la voglia di perfezionare il nostro Vocabolario, auendo veduto adempiersi l'espettazione di tutti noi, nell'essere stato a pro della nostra lingua, e approvato, e gradito. Però ci mouemmo a ripigliare intorno ad esso nuoue fatiche, e toltine via le'mperfezioni, o conosciute da noi, o fatteci conoscere amicheuolmente da altri, cercammo di maggiormente arricchirlo. Nel che essendo noi arriuati a quel segno, che ci hanno fino ad ora permesso le forze nostre, crediamo, se l'affezion non c'inganna, che non piccolo, in questa nuoua impressione, debba esser riconosciuto il miglioramento. Ne potendo egli di presente, per opera, e mezzo nostro, più in se stesso auanzarli, altro non ci restava a suo beneficio, che prouuederlo d'aiuti esterni. Fra i quali, essendo principalißimo l'appoggio di Personaggio, in cui sia disposizione, e modo a protegerlo, ed illustrarlo, non poteua il giudizio nostro indurci a più sicura elezione, che a quella di V.S. Illustrissima. Perciocchè ci si rappresentano in Lei, in grado così supremo, le sopradette due qualità, che non solo le conosciamo abili a patrocinio, e fauor bastante al nostro Vocabolario, ma di potere anche con la loro soprabbondanza ricoprirne le'mperfezioni. La disposizione manifestamente si scorge nella immensa sua cortesia, la quale (proprio effetto di natural generosità) sì come non le potrà permetter giammai di non riceuere, e di non gradir questo dono, offertole con animo sì deuoto, così ne costringerà l'amor della Patria, alla quale si spera di veder, per tal mezzo, illustrata la gloria d'vno de' suo' più singolar privilegi. Lo stesso ci promette l'ottima volontà di V.S.Illustrissima inuerso la nostra Accademia, e molti de' nostri Accademici, della quale, e prima, e vltimamente, nella sua dimora, fatta a' mesi addieto a Firenze, aueremmo così gran faggio. L'vniuersal cognizione, che si truova in Lei, e la pienissima intelligenza delle più sublimi scienze non la disporrà ella efficacemente [p. iv modifica]a gradire qualunque opera, fatta a fauor de' linguaggi, senza i quali le scienze non possono accomunarli, e con la perfezion de'quali elle si abbelliscono, e più ageuolmente s'apparano? In oltre, se dall'esquisita notizia degli Idiomi più nobili si può argomentarne in Lei grandissima l'affezione, e la stima, non potrà non esserle a cuore la protezion d'opera, fatta espressamente a conseruazione, e auanzamento della materna sua lingua, mediante la quale ella possa, per auuentura, arriuare all'eccellenza di quelle, che fino a ora s'è creduto, che l'auuantaggino. Il modo a proteggerlo sì lo somministra, e tanto è per somministralene giornalmente l'eminenza della sua dignità, e l'esser degno Nipote del Sommo Pontefice V R B A N O   O T T A V O, che noi siamo certissimi non potersi altronde nobilitar questo Libro più altamente. Speriamo ancora di conseguirne, per noi medesimi, non poca lode, faccendoci riconoscere, in questo fatto, imitatori d'agricoltor bene accorto, che a pianta, tenuta prima a ragguaglio dell'altre, dà più forte sostegno, e più diligente cultura, tosto ch'ella mostra segno di miglior proua. Resterebbeci a supplicar V.S.Illistrissima ad accettar volentieri quanto noi le offeriamo, ma auendo di già stimato le sopraddette cagioni, che ci persuasero a presentargliele, attissime a fare con molto più efficacia per noi questo vficio, ci rendiam così certi d'auere a conseguire per mezzo loro, lo'ntento nostro, che ci tegnamo più tosto in obbligo di ringraziamento, e di gratitudine, che di suppliche, e di preghiere. E baciandole reuerentemente la veste, preghiamo a V.S.illustrissima intera felicità. Di Firenze dì 7. d'Ottobre 1623.


          Di V.S.Illustriss. e Reuerendiss.



Deuotissimi seruidori
     Gli accademici della Crusca.
Bastiano de Rossi cognominato lo'nferigno Segretario.