Vita di Esopo Frigio/Capitolo XXXIV

Capitolo XXXIV

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Anonimo - Vita di Esopo Frigio (Antichità)
Traduzione dal greco di Giulio Landi (1545)
Capitolo XXXIV
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C A P I T O L O   XXXIV.


ELla adunque preparatasi di eseguire quello, che ’l marito imposto le aveva, tolse l’acqua, e accostata al forastiero, disse: Buon’uomo, metti qua dentro i piedi, ch’io voglio lavarteli. Egli avvegnachè conoscesse ella essere la moglie di Xanto, nondimeno pensò, ch’ella o per [p. 48 modifica]costume, o per piacere, o per carità volesse lavargli i piedi, perchè altramente tal’ufficio alle fantesche dato avrebbe; le gambe, e i piedi le porse, e disse: or lava quanto ti piace. Lavato ch’egli bene fu, ed asciutto, ritornossene senza esser chiamato a tavola a sedere, ed allora Xanto lo invitò a bere, comandò, che li fosse un bicchier pieno portato; e quantunque costume fosse de’ ben creati non prima bere, che ’l Padrone di casa bevuto avesse: nondimeno lo spiensierato, tante cerimonie non curando, bevè molto bene, seco stesso dicendo: A lor posta, in ogni volta, che mi sarà portato a bere, non farò lor vergogna, o voterò il bicchiero. Dopo essendogli posto innanzi una delicata vivanda, ben cotta, e bene stagionata, egli a piene mascelle mangiava, anzi divorava: ma Xanto gridava col cuoco, fingendo di volerlo battere, perchè quel cibo fosse mal cotto, e troppo salato, e fra tanto mirava se colui contrafacesse alcuno movimento in ajuto del cuoco; ma egli a capo chino tranguggiando, così nell’animo suo discorreva: Egli e pur buono questa minestra, se il Padrone vuol battere lo schiavo suo a torto, che importa a me faccia egli, io pur attenderò a levarmi la fame, onde avendo ben bene mangiato, senza dir nulla, se ne andò via.