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a desinar seco. Il gaglioffaccio, senza addimandar altro, nè chi fosse il suo Padrone, nè dove egli abitasse, nè perchè, nè per come l’invitasse, rizzatosi, seguì Esopo, e con esso lui entrò in casa, dove senza salutare alcuno, e senza lavarsi le mani, o piedi, misesi a sedere a tavola: Il Filosofo avendo addimandato chi fosse colui; rispose Esopo: Egli è un uomo, che non è punto curioso. Allora Xanto alla moglie appressatosi, in secreto disse: Consorte cara, per l’amor, che io ti porto pregoti sii contenta fare ora quello, che ti dirò senza condizione alcuna, acciocchè io possa vendicarmi di questo tristo ghiottone, e delle burle, che ci fa tutto il giorno. Ella, che di ciò era vaga, e desiderosa, rispose: Marito mio comanda pur quello, che ti piace, che ad ogni tuo comandamento sarò prontissima, poichè io possa una volta vedere questo mostro, ribaldo ben battuto, e ben carico di bastonate. Xanto adunque alla moglie impose, che recasse dell’acqua, ed i piedi lavasse a quel forastiere, credendo, che per modestia, o per vergogna ricusar dovesse lasciarsi i piedi lavare dalla Padrona di casa, ed allora avesse egli ragionevole occasione di battere Esopo: perchè colui fosse in qualche parte curioso in non lasciarsi dalla moglie sua lavare.
C A P I T O L O XXXIV.
ELla adunque preparatasi di eseguire quello, che ’l marito imposto le aveva, tolse l’acqua, e accostata al forastiero, disse: Buon’uomo, metti qua dentro i piedi, ch’io voglio lavarteli. Egli avvegnachè conoscesse ella essere la moglie di
Xanto, nondimeno pensò, ch’ella o per costu-