Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/XXII

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XXII. MONTREUIL


Al dì seguente La Fleur assumea la sua carica; e gli consegnai la valigia e la chiave, con l’inventario della mia mezza dozzina di camicie e delle brache di seta nera: gli ordinai d’assettare ogni cosa sopra il calesse — di far attaccare i cavalli — e di dire all’oste che salisse col conto.

C’est un garçon de bonne fortune, disse l’oste; e m’additava dalla finestra mezza dozzina di sgualdrinelle tutte intorno a La Fleur; e gli dicevano amorosamente buon viaggio: ed egli, tanto che il postiglione menava fuori i cavalli, baciava la mano a tutte attorno attorno; e tre volte si asciugò gli occhi; e tre volte promise che porterebbe a tutte delle indulgenze da Roma.

[p. 59 modifica]Quel giovinotto, mi disse l’oste, è benvoluto da tutto il paese; ogni cantuccio di Montreuil s’accorgerà ch’egli manca. Gran disgrazia per altro! continuò l’oste; ed è la sola ch’egli abbia: «È sempre innamorato» — Beato me! gli risposi — ch’io non avrò il fastidio di rimpiattarmi le bragheFonte/commento: 274 sotto il guanciale1. Queste parole erano più a lode mia, che di La Fleur. Vissi innamorato sempre or d’una principessa or d’un’altra; e così spero di vivere fino al momento ch’io raccomanderò il mio spirito a Dio; perchè la mia coscienza è convinta che s’io commettessi una trista azione, la commetterei sempre quando un amore è in me spento; ed il nuovo non è per anche racceso: e nel tempo dell’interregno m’accorgo che il mio cuore fa il sordo — e mi concede a stento sei soldi da far elemosina alla miseria: però mi sollecito a rompere questo gelo — è il raccendermi e il risentirmi pieno di generosità e di benevolenza è tutto un punto: e farei di tutto, per tutti, e con tutti; purchè mi persuadessero ch’io non farei peccato.

— Ma, e queste parole — sono certamente più a lode della passione — che mia.

Note

  1. L’autore serbava la borsa nel taschino delle sue brache; però dianzi, quando vide il frate, lo abbottonò.