Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/III

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III. IL FRATE

CALAIS


Com’io finiva la parola, un povero frate di San Francesco entrò in camera a questuare pel suo convento. Nessuno vuol essere virtuoso a beneplacito delle contingenze — oppure uno è generoso come un altro è potente — sed non, quoad hanc — e sia che può — da che non si può [p. 6 modifica]logicamente discorrere sul flusso e riflusso de’ nostri umori, il quale, a quanto io so, obbedirà alle medesime cause influenti nelle maree — ipotesi che ci tornerebbe spesso a men biasimo: e per dir di me solo, son certo che in più incontri mi loderei assaissimo del mio prossimo, se dicesse «che io me la intendo con la Luna, e mi governo con essa»; e non avrei colpa in ciò nè vergogna; anzichè «col mio proprio atto, e consenso»; e ogni colpa e vergogna sarebbe mia.

— Ma sia che può. Dal punto che io posai l’occhio sul frate, io aveva prestabilito di non dargli un unico soldo; e consentaneamente mi riposi la borsa dentro al taschino — lo abbottonai — mi misi alquanto in sussiego, e me gli feci incontro con gravità; e temo d’averlo guardato in guisa da non dargli molta fiducia. L’immagine di lui mi torna or agli occhi, e vedo ch’ei meritava ben altre accoglienze.

Il frate, com’io giudicai dal calvo della sua tonsura e da’ pochi crini bianchi che soli gli rimanevano diradati intorno alle tempie, poteva avere da settant’anni — Se non che le sue pupille spiravano di un cotal fuoco, rattemprato, a quanto pareva, più dalla gentilezza che dall’età, che tu glie ne avresti dato appena sessanta — Il vero è [p. 7 modifica]forse fra’ due — Certo egli n’aveva sessantacinque; e tutto insieme il suo aspetto, quantunque paresse che qualche cosa vi avesse solcate le rughe anzi tempo, torna bene col conto.

Era una testa di quelle dipinte spesso da Guido — dolce, pallida — penetrante, disinvolta da tutte le trivialissime idee della crassa e paga ignoranza china sempre con gli occhi a terra: — guardava diritto; ma come per mirare a cosa di là dal mondo. Come mai uno di quell’ordine conseguisse sì fatta testa, sappialo il cielo che di lassù la lasciò cascare fra le spalle di un frate! ma avria quadrato a un Bramìno; e s’io l’avessi incontrata sulle pianure dell’Indostano, l’avrei venerata.

Il rimanente della sua figura può darsi, e da chiunque, in due tratti: era e non era elegante; tuttavia secondava il carattere e l’espressione: svelto, esile, di statura un po’ più che ordinaria, sebbene quel più si smarrisse per l’inclinazione della persona — ma era l’atteggiamento della supplicazione: e quale mi sta ora davanti al pensiero, ci guadagna più che non perde.

Inoltratosi tre passi nella mia stanza, ristette; e ponendosi la palma sinistra sul petto (tenea nella destra un bastoncello bianco con che camminava) — quand’io gli fui presso, mi [p. 8 modifica]s’introdusse con la storiella delle necessità del suo convento, e della povertà del suo ordine — e con grazia sì schietta, e con tal atto di preghiera negli sguardi ed in tutta la persona — io era ammaliato, non essendone stato commosso —

— Ragione migliore si è, ch’io aveva prestabilito di non dargli neppure un soldo.