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6 | VIAGGIO |
mente discorrere sul flusso e riflusso de’ nostri umori, il quale, a quanto io so, obbedirà alle medesime cause influenti nelle maree — ipotesi che ci tornerebbe spesso a men biasimo: e per dir di me solo, son certo che in più incontri mi loderei assaissimo del mio prossimo, se dicesse «che io me la intendo con la Luna, e mi governo con essa»; e non avrei colpa in ciò nè vergogna; anzichè «col mio proprio atto, e consenso»; e ogni colpa e vergogna sarebbe mia.
— Ma sia che può. Dal punto che io posai l’occhio sul frate, io aveva prestabilito di non dargli un unico soldo; e consentaneamente mi riposi la borsa dentro al taschino — lo abbottonai — mi misi alquanto in sussiego, e me gli feci incontro con gravità; e temo d’averlo guardato in guisa da non dargli molta fiducia. L’immagine di lui mi torna or agli occhi, e vedo ch’ei meritava ben altre accoglienze.
Il frate, com’io giudicai dal calvo della sua tonsura e da’ pochi crini bianchi che soli gli rimanevano diradati intorno alle tempie, poteva avere da settant’anni — Se non che le sue pupille spiravano di un cotal fuoco, rattemprato, a quanto pareva, più dalla gentilezza che dall’età, che tu glie ne avresti dato appena sessanta — Il vero è