Viaggio sentimentale di Yorick (1813)/Epistola di Didimo Chierico

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Laurence Sterne - Viaggio sentimentale di Yorick (1768)
Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
Epistola di Didimo Chierico
Avviso dello stampatore I
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DIDIMO CHIERICO

A’ LETTORI SALUTE.


Lettori miei. Era opinione del reverendo Lorenzo Sterne parroco in Inghilterra: Che un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima della vita1; ma pare che egli inoltre sapesse, che ogni lagrima insegna a’ mortali una verità. Poichè assumendo il nome di Yorick, antico buffone tragico, volle con parecchi scritti, e singolarmente in questo libricciuolo insegnarci a conoscere gli altri in noi stessi, e a sospirare ad un tempo e a sorridere meno orgogliosamente su le debolezze del prossimo. Però io lo aveva, or son più anni, tradotto per me: ed oggi che credo d’avere una volta profittato delle sue lezioni, l’ho ritradotto, quanto meno letteralmente e quanto [p. iv modifica]meno arbitrariamente ho saputo per voi.

Ma e voi, Lettori, avvertite che l’autore era d’animo libero, e di spirito bizzarro, e d’argutissimo ingegno, segnatamente contro la vanità de’ potenti, l’ipocrisia degli ecclesiastici, e la servilità magistrale degli uomini letterati: pendeva anche all’amore e alla voluttà; ma voleva ad ogni modo parere, ed era forse, uomo dabbene e compassionevole e seguace sincero dell’evangelo ch’egli interpretava a’ fedeli. Quindi ei deride acremente, e insieme sorride con indulgente soavità; e gli occhi suoi scintillanti di desiderio, par che si chinino vergognosi; e nel brio della gioja, sospira; e mentre le sue immaginazioni prorompono tutte ad un tempo discordi e inquietissime, accennando più che non dicono, ed usurpando frasi, voci ed ortografia, egli sa nondimeno ordinarle con l’apparente semplicità di certo stile apostolico e riposato. Anzi, [p. v modifica]in questo libricciuolo, ch’ei scrisse col presentimento avverato della prossima morte, trasfuse con più amore il proprio carattere; quasi ch’egli nell’abbandonare la terra volesse lasciarle alcuna memoria perpetua d’un’anima sì diversa dalle altre.

Se dunque, Lettori di Yorick e miei, la novità vi rendesse men agevole la lettura, ascrivetelo (e ve ne esorto per puro amore della giustizia) parte all’autore, parte a me, e parte anche a voi stessi. E quando mai le poche postille da me compilate per amor vostro non giovassero a diradarvi l’oscurità, riposatevi alquanto dalla lettura, e rileggete l’epigrafe del mio frontispizio.

E ve la ho posta perchè mi fu suggerita da un vecchio prete che con un volumetto immortale indusse anch’egli i nostri magnifici sfaccendati, non dirò a ravvedersi, ma a ridere almen da sè stessi della lor vanità: e anch’egli bramò solamente, [p. vi modifica]siccome Yorick, la cara salute in compagnia della pacifica libertà2: e non fu esaudito dal cielo; ma non pianse mai fuorchè per amore, o per compassione. Alcuni di voi, o Lettori, sanno che non s’è potuto trovare la lapide che copre l’ossa di quel buon prete. Ma voi, se non altro pregate pace all’anima sua, e all’anima del povero Yorick; pregate pace anche a me finch’io vivo.

Calais 21. Settembre 1805.

Note

  1. Tristram Shandy epist. dedicat.
  2. Viag. sent. cap. xi.