Versi editi ed inediti di Giuseppe Giusti/Avviso per un settimo Congresso che è di là da venire
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AVVISO
PER UN SETTIMO CONGRESSO CHE È DI LÀ DA VENIRE.
Su’ Altezza Serenissima,
Veduta l’innocenza
Di quelli che almanaccano
D’intorno alla scïenza;
Visto che tutti all’ultimo
Son rimasti gli stessi,
E pagan sempre l’Estimo
Dopo tanti Congressi;
Nelle paterne viscere
Chiuso il primo sospetto,
Spalanca uno spiraglio
In pro dell’intelletto.
Sia noto alla Penisola
Dall’Alpe a Lilibeo;
Noto a tutto il Chiarissimo
Dottume Europeo,
Che ci farà la grazia
D’aprire alla dottrina
Gli Stati felicissimi
E la real cucina.
Per questo a tutti e singoli
Chiamati nei domíni
(Nel caso che non trovino
Oppilati i confini)
Dice di lasciar correre,
Per lo stile oramai,
L’apostrofi all’Italia
Non ascoltate mai.
Anzi, purchè non tocchino
Il pastorale e il soglio,
Ai dotti cantastorie
Rilascia il Campidoglio;
Che di lassù millantino,
Scordando il tempo perso,
D’avere in illo tempore
Spoppato l’universo.
Questa, quando la trappola
Muta i leoni in topi,
È roba di Rettorica;
L’insegnan gli Scolopi.
E, tolta la statistica
Che pubblica i segreti,
La Chimica e la Fisica
Che impermalisce i Preti;
Tolto il Commercio libero,
Tolta l’Economia,
Gli studi geologici
E la Frenologia;
Posto un sacro silenzio
D’ogni e qualunque scuola,
Del resto a tutti libera
Concede la parola.
Ora che il suo buon animo
È chiaro e manifesto,
A scanso d’ogni equivoco
Si ponga mente al resto.
Il Progresso è una favola:
E Su’ Altezza è di quelli
Rimasti tra gl’immobili,
E crede ai ritornelli.
Perciò, da savio Principe
Che in pro dei vecchi Stati
Ritorce il veneficio
Dei nuovi ritrovati,
Ha con fino criterio
Pensato e stabilito
Di promettere un premio
A chi sciolga un quesito:
«Dato che torni un secolo
Agli arrosti propizio,
Se possa il carbon fossile
Servire al Sant’Uffizio.»