Sonetti in persona di ser Pecora fiorentino beccaio
Sonetto I

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Versi del conte Giacomo Leopardi Sonetto II
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SONETTO I


Il Manzo a dimenarsi si sollazza,
     Cozza col muro e vi si dicervella;
     Con la coda si scopa e si flagella,
     Scote le corna e mugge e soffia e razza.
5Con l’unghia alza la polve e la sparnazza;
     Bassa ’l capo, rincula e s’arrovella,
     Stira la corda, strigne la mascella,
     E sbalza e salta e fin che può scorrazza.
Dálle al muro: oh per certo e’ gli vuol male.
     10Ve’ come gli s’avventa: animo: guata
     Se non par ch’aggia a farne una focaccia.
Oh gli è pur duro, Manzo, quel rivale.
     Va, Coso, e ’l tasta d’una tentennata,
     E gli ’nfuna le zampe e glien’allaccia.
                    15E s’ oggi non gli schiaccia
     Il maglio quelle corna e quel capone,
     Vo’ gir sul cataletto a pricissione.