Versi (Cattermole)/Intimità/Avvenire

Intimità - Avvenire

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AVVENIRE


ERANO lì guardandosi da un’ora
     Incerti e pensierosi;
     Ei dicea: Forse il ciel ti serba ancora
     Giorni meno angosciosi.

Talor ti sogno in un modesto tetto
     Ricco sol di volumi,
     De’ canti che ti sgorgano da’l petto,
     E de i vaghi profumi

Che il venticello stanco de la sera
     Da l’orto ne tramanda,
     Dove di gelsomini una spalliera
     Di stelle s’inghirlanda.

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Dove le offese ignobili del mondo,
     L’insidia mascherata,
     E la rovina de l’abisso in fondo,
     Rovina immeritata,

Mesta fanciulla, mio supremo orgoglio
     Sarà che alfin tu scordi.
     Non guardarmi così.... Lasciarti io voglio
     I tuoi santi ricordi.

Vedrò in silenzio, qual lavacro, l’onda
     Che ti vien giù da gli occhi,
     E tu mi parlerai: ma con la bionda
     Testa su i miei ginocchi. —

Su la spalla di lui chinato il viso
     In dolce atto pudico,
     Ella sorride de ’l suo triste riso
     E a lui risponde: Amico,

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Lasciami a ’l mio destin. Splendida luce
     È a te nunzia del giorno;
     E in una danza che l’amor conduce
     Voluttuosa intorno,

T’arridon larve che scacciar non puoi.
     La gloria ti susurra
     Promesse arcane; l’arte a i baci tuoi
     Apre la veste azzurra.

Varia sorte abbiam noi. Campo infinito
     Dinanzi a te si para:
     Me aspetta solo un angolo romito
     Bastante a la mia bara.