Venti dì ttrent'otto mijja, è un cojjon chi sse ne pijja

Giuseppe Gioachino Belli

1831 Indice:Sonetti romaneschi I.djvu sonetti letteratura Venti dì ttrent'otto mijja, è un cojjon chi sse ne pijja Intestazione 19 dicembre 2023 100% Da definire

Er viàggio de Loreto A Bbucalone
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1831

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VENTI DÌ TTRENT’OTTO MIJJA,
È UN COJJON CHI SSE NE PIJJA.[1]

     Doppo quella frebbaccia bbuggiarossa,[2]
Che a ffà tterra pe’ cceci era d’avanzo,
Sto ggiuggno e llujjo, pe’ scampà la fossa
4So’ ito a mmutà aria a Pportodanzo.[3]

     Maggnavo poco a ccena e ggnente a ppranzo:
Puro[4] de punt’in bianco[5] ebbe[6] una smossa,[7]
Che ssi ar guarì nun me se dà uno scanzo,[8]
8Già aristavo llì llì ppe’ stirà ll’ossa.

     Mo cch’agosto ariviè ccapo d’inverno,[9]
Me n’aritorno a Rroma a ppijjà ffresco,
11O ppe’ annàmme a ffà fótte in zempiterno.

     Tu lo sai, Schizza mia, ch’io so’ ttodesco:[10]
Vojjo svariàmme,[11] e cquanno vinco un terno
14Vado ar perdon-da-Sisi a Ssan Francesco.[12]

Terni, 9 ottobre 1831.

Note

  1. [Proverbio.]
  2. [Eufemismo.]
  3. Porto d’Anzio.
  4. Pur tuttavia.
  5. All’improvviso. [Ma questo modo, al pari di tanti altri che il Belli spiega inutilmente, è comunissimo anche in Toscana, e, come per lo più accade, anche nel resto d’Italia. A scusa del Belli però, si veda la nota 7 del sonetto: L’età ecc., 14 mar. 34.]
  6. Ebbi.
  7. [Una mossa di corpo.]
  8. [Propizio intervallo di tempo. Da scanzà, scansare. E propriamente si dice di un breve intervallo tra il cessare e il ricominciar della pioggia. Largo o slargo nell’Umbria.]
  9. [Primo d’agosto, capo d’inverno. Proverbio.]
  10. Testardo.
  11. [Svariarmi], divertirmi.
  12. [Veramente, la famosa indulgenza del perdono di Assisi non si prende nè alla Basilica di San Francesco, nè il giorno di questo santo; ma nella cappella della Porziuncola a Santa Maria degli Angeli, dai secondi vesperi del 1° agosto a quelli del 2.]