Vengono tra gli spirti mei piú volte
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Questo testo fa parte della raccolta XX. Messer Niccolò Rosso
XVIII
La soave donzella placa l’agitato animo del poeta.
Vengono tra gli spirti mei piú volte
diverse fitte, che tutti gli squassa,
qual per disio, qual per fortuna bassa,
4secondo le varietá, ch’ènno molte.
E quigli cum le membra fiacche e sciolte,
come fosser morti, cader si lassa:
se non che l’anima, che linde passa,
8crida:— Che fate vui, oi zente stolte?
Or non vedete qui starsi nel core
questa donzella piena di vertute,
11matre e figliuola e sposa d’Amore?
Pregate lei, che vi può dar salute! —
Allor gli dolenti chèdono abento,
14e quella ognun di paze fa contento.