Vecchio importun, che 'l rozzo labro irsuto

Giovan Battista Marino

XVII secolo Letteratura 27 - Gelosia Intestazione 10 aprile 2008 75% Raccolte di poesie

Cinto di fosche e tenebrose bende Ove ch'io vada, ove ch'io stia, talora
Questo testo fa parte della raccolta Amori (Marino)

 
Vecchio importun, che ’l rozzo labro irsuto
sporgi al labro di lei, ch’io prego invano,
onde con Citerea sembri Vulcano,
ed ella par Proserpina con Pluto,

5e mentre curvo e pallido e barbuto
accosti al bianco sen la rozza mano,
passero insieme e cigno, ascondi insano
giovinetto pensiero in pel canuto,

fuggi, ah fuggi meschin, né tanto possa
10quel desir, che t’innebria i sensi sciocchi
e che t’empie d’ardor le gelid’ossa.

Sai ch’alberga la morte in que’ begli occhi,
e tu che ’l piè su l’orlo hai dela fossa,
in vece di fuggir, la stringi e tocchi.